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‘Sentite buona gente’ al Carpino Folk Festival 2009 con l’archivio sonoro della Puglia

Arrivato alla quattordicesima edizione, il festival della musica popolare e delle sue contaminazione, promosso dall’Assessorato al Mediterraneo e dell’Assessorato al Turismo della Regione Puglia, dalla Provincia di Foggia, dal Comune di Carpino, dal Parco Nazionale del Gargano ed organizzato nell’ambito del Five Festival Sud System dall’Associazione Culturale Carpino Folk Festival in collaborazione con l’Azienda di Promozione Turistica di Foggia e la Fondazione Banca del Monte Domenico Siniscalco Ceci di Foggia e col sostegno della Birra Dreher
presenta
La straordinaria capacità di fascinazione dell’altra musica
Con la proiezione inedita dello spettacolo intitolato ‘Sentite buona gente’, il Carpino Folk Festiva e l’Archivio Sonoro della Puglia riporteranno in vita gli strepitosi gruppi di musicisti tradizionali che nell’inverno del 1967 al Teatro Lirico di Milano dimostrarono con una straordinaria capacità di fascinazione che "esistono, anche in Italia, modi diversi di fare musica, non scritta, ma non per questo meno valida". Accadrà Lunedì 3 agosto alle ore 22 nel Largo San Nicola di Carpino (FG), appuntamento della quattordicesima edizione del ‘Carpino Folk Festival’, il festival della musica popolare e delle sue contaminazioni.
Proiezione del video/documento "Sentite buona gente"
Sentite buona gente. Prima rappresentazione di canti, balli e spettacoli popolari italiani
A cura di Roberto Leydi con la collaborazione di Diego Carpitella, regia di Alberto Negrin.
Si tratta di una testimonianza straordinaria di strepitosi gruppi di musicisti tradizionali, al massimo del loro vigore espressivo e performativo.
Nel Programma dello spettacolo c’era scritto: "Le voci vive e vere dei contadini, dei pastori, dei montanari, degli operai di Carpino (Foggia), Ceriana (Imperia), Crema (Cremona), Maracalagonis (Cagliari), Nardò (Lecce), Orgosolo (Nuoro), San Giorgio di Resia (Udine) e Venaus (Torino), i loro balli, i loro strumenti, le manifestazioni della loro civiltà testimoniano della presenza attiva della cultura popolare nel mondo moderno. Ballate storiche, canzoni narrative, canti di lavoro, mutettus, stornelli, sos tenores, sunetti, la terapia musicale del tarantismo pugliese, la danza delle spade, il ballo tondo, la tarantella, la Resiana, launeddas, solittu, organetto, tamburello, violino, violoncello, chitarra, chitarra battente, triangolo".

Lo spettacolo aveva una doppia finalità dichiarata da Leydi:
– avvertire il grosso pubblico che "esistono, anche in Italia, modi diversi di fare musica, non scritta, ma non per questo meno valida"
– far cadere il vecchio adagio sulla legittimità di portare "fuori contesto" le espressioni musicali tradizionali. Infatti la spettacolarità intrinseca dei cantori cosiddetti popolari è una spettacolarità "universale", cioè valida anche al livello di altre classi sociali e diverse strutture economiche.

Le musiche degli autentici cantori e suonatori popolari dimostrarono in quella prima occasione del tutto decontestualizzata dal normale campo di azione, una forza comunicativa propria e una capacità di fascinazione tale da non richiedere la mediazione dei gruppi di riproposta. Da quel momento le strade del folk revival e degli spettacoli degli autentici informatori si divisero.

La Puglia era rappresentata da ben due gruppi, i suonatori di Carpino (Andrea Sacco, Gaetano Basanisi, Rocco Di Mauro, Giuseppe Conforte, Angela Gentile e Antonio Di Cosimo) e i musici di Nardò (Luigi Stifani, Pasquale Zizzari, Giuseppe Ingusci e Salvatora Marzo “Za’ Tora”).