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E’ ufficiale: Opere di Padre Pio niente delega a Mons. Castoro

Non è statao confermato l’incarico che fu di Mons. S’Ambrosio.

 

I messaggi che hanno accompagnato l’ufficializzazione della nomina del nuovo Pastore dell’arcidiocesi di Manfredonia, Vieste, San Giovanni Rotondo, Mons. Michele Castoro, non hanno dissipato i non pochi interrogativi sorti a seguito dell’operazione avvicendamento decretata dal Vaticano. Per certi versi li ha anzi irrobustiti. Riguardano essenzialmente le questioni pendenti a San Giovani Rotondo alla gestione delle Opere di padre Pio che proprio la nomina di mons. D’Ambrosio avevano evidenziato.
Non è sfuggito neanche all’osservatore della strada che nel decreto di nomina del nuovo arcivescovo, Papa Benedetto XVI non conferma la funzione attribuita dal suo predecessore espressamente a mons. D’Ambrosio, di Delegato della Santa Sede alle Opere di Padre Pio ma si limita solo a nominare mons. Castoro direttore generale della «Associazione internazionale dei gruppi di preghiera» di Padre Pio. E’ da escludere categoricamente, conoscendo la meticolosità e la precisione della Santa Sede, che si tratti di un particolare del tutto trascurabile. E’ al contrario un dettaglio di notevole interesse che si inserisce perfettamente nel mosaico dell’intrigo che pare ammanti gli spostamenti tanto di mons. D’Ambrosio quanto di mons. Castoro.
Se le vie del Signore sono imperscrutabili, i disegni del Vaticano sono quanto meno ermetici. Più che un teorema è un assioma. E’ pertanto molto facile immaginare che le trasformazioni nell’ambito della millenaria diocesi che affonda le sue radici nell’antica Siponto, non sono finite.
L’annessione della diocesi di Vieste fu decretata da ragioni organizzative; è opinione diffusa che la indicazione di San Giovanni Rotondo nel titolo dell’arcidiocesi di Manfredonia della cui circoscrizione era già parte integrante, fortemente voluta da Papa Wojtyla, debba essere. considerata ben al di là della semplice meritevole devozione a San Pio. Una ipotesi rafforzata dalla designazione con relativo richiamo dalla prestigiosa sede arcivescovile metropolita di Foggia-Bovino, del garganico mons. Domenico D’Ambrosio, profondo conoscitore della realtà di San Giovanni Rotondo per essere stato a lungo parroco in una chiesa del luogo, ad arcivescovo di Manfredoaia con il preciso incarico di delegato della Santa Sede alle Opere di Padre Pio.
Una delega carica di oneri delicati che già allora fu interpretata
come parte di un lungimirante disegno che pare debba rimanere incompiuto o quanto meno sia
destinato prendere un corso diverso come le derisioni di Papa Ratzinger parrebbero far intendere. Insomma, la domanda rimasta nell’opinione pubblica è: San Giovanni Rotondo è destinata ad avere un ruolo autonomo? Un interrogativo legittimato certamente dalla presenza del santuario dedicato a San Pio, ma anche da quelle Opere di Padre Pio che hanno da sempre costituito un casus belli non solo tra gli ambienti laici. L’ipotesi che potrebbe prevalere è quella di fare di San Giovanni Rotondo una «Prelatura nullius» cioè di nessun vescovo ma direttamente soggetta alla Santa Sede. Come dire, una zona franca.