Erogazione razionata dalle 18. L’Acquedotto: «Lavori a condotte per evitare i furti».
Alla vigilia di Ferragosto il Gargano, da Vieste a Cagnano, resta senz’acqua. L’Acquedotto ha nuovamente deciso di ridurre la pressione nelle reti. Tutte quelle abitazioni senza cisterne e autoclavi, gli interi centri storici, per 12 ore al giorno saranno senz’acqua. Senz’acqua a dighe piene. I sindaci dei comuni interessati, esasperati, chiedono l’intervento immeditato della Procura. E il presidente della Provincia, Antonio Pepe, ha chiesto alla Prefettura di indire una riunione urgente con l’Acquedotto. «Manovre idrauliche di razionalizzazione della distribuzione», così le definisce l’Acquedotto in una nota inviata alla stampa «a partire dalle 18 fino alle prime ore del mattino successivo». Senza indicare se e quando tutto tornerà alla normalità: «gli interventi si protrarranno per i giorni seguenti», l’unica labile indicazione.
L’Acquedotto spiega che la razionalizzazione è indispensabile per «consentire i lavori di ripristino della piena funzionalità delle condotte, soggette ad attività delinquenziali di furto d’acqua ». I disagi «potrebbero presentarsi esclusivamente alle abitazioni sprovviste di serbatoi e autoclavi o con insufficiente capacità di accumulo». Ovvero tutte le vecchie abitazioni dei centri storici dove non ci sono alternative ai bidoni, alle bottiglie, o al riempimento della vasca da bagno, per chi ce l’ha. La diminuzione di erogazione idrica, per altro, avviene in una fascia oraria che creerà comunque dei disagi: alle docce e ai servizi degli stabilimenti balneari e alle abitazioni proprio quando turisti, residenti e villeggianti rientrano a casa dopo una giornata trascorsa al mare. La stessa indentica situazione si era verificata a metà luglio, nelle settimane del primo pienone del Gargano. Ora la situazione si ripete nell’altra settimana clou: con alberghi e strutture le ore del giorno interessate dalla riduzione dell’acqua ricettive al completo, abitazioni nei paesini affittate, residence e camping affollati, feste patronali e di Ferragosto.
Ma gli utenti, senz’acqua, dovranno anche collaborare «evitando gli usi non prioritari dell’acqua nelle ore interessate dalla riduzione della pressione idrica. I consumi, infatti, costituiscono una variabile fondamentale per evitare eventuali disagi», raccomanda sempre la società idrica regionale guidata dall’amministratore unico Ivo Monteforte. «Me lo sta comunicando lei, perché fino alle 14 al Comune non è arrivata alcuna informativa dall’Acquedotto – è sbottato ieri il sindaco di Rodi, Carmine D’Anelli – dopo aver saputo della nota di Aqp. Ho la sensazione che questa storia dei furti d’acqua sia un paravento, vista la sistematicità di queste riduzioni sempre nei periodi più critici. Credo invece che l’Acquedotto non abbia alcun controllo sulle cisterne comunali, che sia la loro organizzazione a fare acqua. Hanno condotte colabrodo sulle quali non intervengono». Neppure il sindaco di Vieste sapeva nulla. «Sono stata al Comune fino alle 18, a noi non è giunta alcuna comunicazione.Trovo gravissimo e inqualificabile quanto deciso. Telefonerò immediatamente. Sono d’accordo con il sindaco di Rodi, altro che furti. Non è più tollerabile. Guarda caso sempre negli stessi periodi. L’anno scorso come oggi e come il mese scorso », ha sottolineato Ersilia Nobile. A Peschici il problema dell’acqua ce l’hanno già da settimane. Ogni sera dalle 19 alle 21,30 l’acqua non esce dai rubinetti. «Una settimana fa ho presentato una denuncia alla Procura della Repubblica per i disservizi gravi che ci stanno causando – racconta il sindaco, Domenico Vecera – ogni sera la pressione diminuisce e nelle zone alte del paese non arriva l’acqua. Ma soffre anche la zona 167 già dalle prime ore della giornata. Non mi sembra che siano i periodi migliori per fare queste attività sulle reti. Ma sa qual è la cosa più assurda? Quest’inverno a Peschici abbiamo avuto l’acqua a giorni alterni e l’Acquedotto ci ha comunicato che stavano facendo dei lavori per fare in modo che quest’estate non ci fossero problemi. Al danno la beffa».
Antonella Caruso