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L’Acquedotto lascia a secco il Gargano (4)

Introna: “Situazione pazzesca”. Il vice di Vendola: non si può razionare l’acqua quando c’è. Non posso condividere gli effetti sociali della decisione presa dalla società idrica.

 

Gestire il più grande acquedotto d’Europa non è una cosa semplice e, infatti, Onofrio Introna, prima di commentare la nuova «sete» del Gargano fa una premessa. «Se volete entrare nel merito della vicenda chiamate l’assessore ai Lavori pubblici, Fabiano Amati, io non c’entro più niente con Aqp». Ma Introna, in questa occasione, parla non da assessore all’Ambiente o da ex titolare delle Opere Pubbliche, ma da presidente vicario della Regione Puglia, facendo le funzioni di Nichi Vendola in vacanza. Dunque svolge un ragionamento politico, mentre Amati — che ieri sera ha firmato un comunicato con il viceprefetto di Foggia Michele Di Bari — entra nel merito dei furti d’acqua e della riduzione di approvvigionamento idrico del Gargano.
Introna, dunque, ricorda che «ad Acp ho avuto modo di contestare molte cose. Non conosco bene la situazione, aggiungo anche che capisco le logiche aziendali, ma non posso condividerne gli effetti sul piano sociale. Se non c’è una valida motivazione tecnica, interrompere l’erogazione dell’acqua non è affatto normale, visto che ce n’è in abbondanza. Mi auguro che ci siano fondati motivi, altrimenti sarebbe difficilmente comprensibile la decisione di Aqp. Insisto: oltre a rispondere ad esigenze aziendali la società ha una missione sociale, svolge un servizio insostituibile. Togliere acqua senza motivo è aberrante, pazzesco».
Per Introna, quindi, i sindaci che si sono rivolti alla magistratura hanno fatto bene:
«Difendono gli interessi delle loro comunità». Introna parla politicamente, Amati entra nel merito della vicenda e annuncia che è stata convocata per oggi una riunione a Foggia con le forze dell’ordine, perché «è davvero raccapricciante dover riscontrare ogni anno che a causa di furti d’acqua operati a monte delle condotte di distribuzione urbana e in concomitanza con un altissimo quanto ovvio consumo legale d’acqua, l’Acquedotto Pugliese sia costretto a limitare la pressione d’erogazione dell’acqua per consentire il riempimento a livelli di sicurezza dei serbatoi di accumulo per scorte, così da prevenire ogni ipotesi di emergenza idrica come altre fronteggiate negli anni scorsi e in altre parti del territorio regionale». L’assessore sa che è difficile convincere l’opinione pubblica, così aggiunge: «E giusto che si sappia che il disagio dei cittadini e dei turisti dei comuni garganici è provocato da condotte delittuose e incivili, operate da soggetti che vivono accanto a loro, senza scrupoli e senza il minimo di educazione ad operare in una comunità, peraltro in una regione da sempre in frontiera sul tema dell’approvvigionamento e della distribuzione della risorsa idrica». Da qui la decisione di organizzare un’attività di presidio con le forze dell’ordine perché — ha concluso Amati – «l’auspicata conclusione positiva di questa vicenda la otterremo con il contributo della civilissima comunità garganica, che saprà emarginare ed esporre alla pubblica riprovazione coloro che per appagare forme di vita fondate sull’egoismo, magari atteggiate con l’intimidazione tipica delle organizzazioni criminali, non indugiano nell’alterare l’uso corretto delle risorse naturali».

Rosanna Lampugnani