Crisi, domande di disoccupazione raddoppiate rispetto al 2008. In tutta la Puglia a giugno erano già 33mila. E a settembre toccherà anche agli stagionali.
Quasi raddoppiate le domande di disoccupazione in Puglia: nel primo semestre del 2009 l’Inps ha accolto 32mila e 755 richieste di disoccupazione ordinaria (indennità che spetta ai lavoratori regolari e iscritti all’Inps da almeno due anni, che sono stati licenziati e che hanno accumulato 52 stipendi settimanali, nei due anni precedenti alla richiesta) contro le 18mila e 358 dello stesso periodo dell’anno scorso.
Un dato che sottolinea l’emergenza lavoro, più volte denunciata dalle organizzazioni sindacali e che sta mettendo in ginocchio migliaia di famiglie pugliesi. In aumento, anche se di poche migliaia, le domande di disoccupazione con requisiti ridotti. Quelle richieste in sostanza che vengono presentate da tutti quei lavoratori che non hanno accumulato 52 stipendi settimanali negli ultimi due anni, ma che, nel corso dell’anno precedente, hanno lavorato per almeno 78 giornate, comprese le festività e le assenza indennizzate. In questo caso quindi le richieste nel primo semestre del 2009 sono state 48mila e 135 contro le 46mila e 706 liquidate nello stesso periodo del 2008. Va precisato che, mentre le domande di disoccupazione ordinaria vengono presentate nel corso di tutto l’anno e comunque entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro, le domande di disoccupazione con requisiti ridotti vengono presentate tutte entro il 31 marzo di ogni anno e si riferiscono a quanto verificatosi nell’anno precedente.
Ai disoccupati con requisiti ridotti spetta un importo massimo di poco più di 800 euro al mese che può raggiungere i mille euro in base allo stipendio che si riceveva. Per i disoccupati cosiddetti ordinari l’importo viene calcolato in base alla retribuzione percepita nei tre mesi precedenti il licenziamento. Ricevono un’indennità mensile pari a 886 euro che può raggiungere anche i mille euro sempre in base allo stipendio che si percepiva. Dai dati dell’Inps spicca quindi un aspetto preoccupante: a pagare il prezzo della crisi economica non sono solo i precari, quei lavoratori che hanno stipulato un contratto a termine. Anzi il loro numero aumenta di poche migliaia rispetto a quello registrato nell’anno precedente. Sono i dipendenti a tempo indeterminato che, una volta raggiunti i requisiti per ottenere l’assegno di disoccupazione, vengono messi alla porta.
Le imprese infatti, vista la necessità di ridurre il più possibile le spese di esercizio, tendono ad accelerare sull’eliminazione dei contratti più onerosi, ossia sui dipendenti assunti a tempo indeterminato. Altro problema, che però verrà alla luce solo a settembre è quello dei lavoratori stagionali: soprattutto ragazzi che vengono assunti nei settori dell’agricoltura o del turismo (dai villaggi estivi agli alberghi), e che lavorano per pochi mesi l’anno. Sono migliaia di persone che non potranno neanche presentare domanda di disoccupazione con requisiti ridotti.
Samantha Dell’Edera