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Renato Tarantelli in bici da Roma al Gargano

 

Il giovane legale alla scoperta delle sue radici pugliesi – dal Lazio a Medjugorje su due ruote, passando da Padre Pio e dalla grotta dell’Arcangelo – "condivido la scelta di realizzare a Rignano un grande monumento di fede e di arte dedicato a San Pio". Renato Tarantelli, 33 anni, avvocato di Roma e parente di Ezio (il noto professore di economia ucciso nel 1985 dalle Brigate Rosse al termine di una lezione tenuta presso l’Università “La Sapienza") è appena ripartito da Rignano Garganico, paese d’origine, dove è stato ospite di una famiglia amica.

Il suo lungo viaggio è iniziato alcuni giorni fa da Piazza San Pietro in sella alla sua fedele bicicletta, una "scott" di fabbricazione americana, buona sia per il passeggio che per lunghi e faticosi tours. L’itinerario seguito, per raggiungere la Capitanata, è stato quello dell’Appia Antica, il più corto dal punto di vista chilometrico, ma il più faticoso sul piano orografico. Le sue prime fermate le ha fatte ad Artena e all’Abbazia cistercense di Casamari, entrambe nel basso Lazio, poi a Cassino e a Castelpetroso, dove ha visitato il Santuario della Sant’Addolorata. Dopo aver toccato Campobasso nel Molise, ha fatto tappa a San Marco La Catola, stazionando al Convento dei Frati Cappuccini, dove ha vissuto per un certo periodo San Pio giovane. In seguito dopo aver toccato altre realtà dei Monti Dauni, si è inerpicato – via San Severo – lungo l’antica “Via Sacra Langobardorum”, alias SS. 272, raggiungendo il Santuario di Maria SS. di Stignano, attratto da un antico ricordo – dono dei suoi nonni.
Voleva fotografare il portello argenteo dell’abside, che portava incise le iniziali dei loro cognomi. Ma non ha trovato alcuna traccia, in quanto l’altare non c’è più. Raggiunge, poi, San Marco in Lamis. Anche qui c’è un ricordo di famiglia. Si tratta dell’Edificio Scuole Elementari “Balilla”, opera realizzata dal nonno Guido Tarantelli (zio del succitato Ezio) alla fine degli anni ’30. Nell’ammirarne l’imponenza e la perfetta architettura dello stabile, si commuove e va via in volata con le lagrime agli occhi e il cuore gonfio verso il Convento Santuario di San Matteo, accolto pochi minuti dopo con giubilo dal guardiano Padre Gabriele Fania, raggiungendo poche ore dopo Rignano.
A spingerlo in paese sono motivi di carattere affettivo e nel contempo devozionali. Qui infatti è nata e vissuta in gioventù la sua cara nonna Giuseppina Ricci (scomparsa nel 1998), pronipote in linea diretta del canonico Don Pietro Ricci, amico stretto e consigliere contraccambiato di San Pio, come dimostra la voluminosa corrispondenza al riguardo intercorsa negli anni 1916–20, contenuta nell’Epistolario IV e di recente nel libro Padre Pio e Rignano, Edizioni Voce di Padre Pio,2009.
E’ venuto per riassaporare il calore e l’amore trasmessigli dalla nonna, che non si stancava mai di parlare di Rignano e del Frate delle Stigmate, a cui l’intera famiglia era ed è legata. “Ho girato in lungo e in largo il centro storico, rivivendo ed assaporando ad uno ad uno con intima gioia i ricordi e i sentimenti di nonna Giuseppina. Questi luoghi grondano di storia e di vita semplice e mi piacciono tanto, specie la vista panoramica che spazia su tutto il Tavoliere. Condivido appieno il progetto della grande Statua pro San Pio. Da qui la potranno ammirare in tanti ed accrescerà la devozione per il Santo, di cui mi appresto a visitare e a pregare sulla sua venerata tomba”.
Quindi, ci spiega l’altro perché del suo arrivo sul Gargano. E’ venuto qui in veste di antico romeo, cioè di pellegrino, che dopo la canonica benedizione papale e la visita della tomba di San Pietro in Vaticano, si accingeva in quei tempi a proseguire il suo viaggio penitenziale e devozionale verso i luoghi sacri della Fede e della Cristianità, a cominciare dal Santuario di San Michele sul Promontorio, luogo che anch’egli visiterà, per continuare poi il viaggio per San Leonardo di Siponto e l’Incoronata. Dopo di che si dirigerà su Pescara, per imbarcarsi alla volta di Spalato, quindi sempre in sella alla sua due ruote raggiungerà il moderno Santuario della Madonna di Medjugorie. Dopo di che farà ritorno a Roma, per dedicarsi ai suoi studi di diritto canonico e specializzarsi quanto prima in questa professione. Professione, quest’ultima, esercitata con grande successo e serietà dal nonno materno Renato Baccari. Ci assicura, infine, che non smetterà mai di indossare di tanto in tanto e soprattutto durante le vacanze l’abito del pellegrino, per affrontare altre fatiche, a piedi o in sella alla sua fedele bicicletta, pur di raggiungere la meta, vicina o lontana che sia. Arrivederci Renato…
Angelo Del Vecchio