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Turismo: non serve soltanto leggere i dati. Dalle parole si passi a ‘destagionalizzare’

Sole, mare e belle spiagge: tutto bene ma in Puglia non basta. Serve anche destagionalizzare. Sebbene la nostra regione sia in controtendenza, positivamente, occorre fare di più. Nel 2008 la spesa turistica domestica non ha risentito della crisi economica mantenendosi in lieve aumento rispetto al marcato calo del dato nazionale: Bari e Lecce rappresentano circa il 58,5% del totale imprese turistiche della regione.

Arriva il bollino di qualità ambientale anche per vacanze, cene ed happy hour.

La nuova frontiera ecologica passa per il turismo. E così alberghi, bar e ristoranti si attrezzano con elettrodomestici a basso impatto, puntano al risparmio energetico, alla riduzione dei consumi di acqua e della produzione di rifiuti.

Un turismo sempre più ecosostenibile che si sta impadronendo di piccoli e grandi gestori. La vera sorpresa è il Brindisino. Lontani dai rumori, dai clacson assordanti delle automobili in coda.

Ma dove? In campagna con tradizioni culinarie e ludiche, sagre e luminarie, dialetti che si mescolano.

Le sagre paesane, fungono da continuum generazionale. La tavola diventa quindi pretesto per entrare in sintonia con la vecchia realtà rurale attraverso la concezione ludico-gastronomica della realtà dei tempi moderni. Proviamo ad immaginare quanti pugliesi che risiedono da anni al Nord arrivano nella nostra regione d’estate.

Rivedere vecchi amici diventa un ‘must’. Diciamola tutta: da un lato la Mcdonalizzazione o l’import-export forzato di prodotti culinari tipici se per un verso hanno messo in moto un’economia redditizia e un’omologazione culturale ad ampio spettro, ha senz’altro danneggiato le nostre tradizioni culinarie.

Peccato. Non tutti sanno, per esempio, che le feste patronali sono regolamentate dalla legge del 19 aprile 1990, n. 84, che stabilisce il “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, di cui al Decreto legislativo del 22 gennaio 2004, n. 42.

Quindi si applicano gli interventi di tutela e valorizzazione previsti dalla Legge 10/0”1992 n.145, con un’autorizzazione annuale di 2 milioni di euro.