Gli attacchi ai dalemiani e i giudizi su Nichi Vendola: le parole del primo cittadino creano irritazione.
Stupore e irritazione. L’intervista al Corriere della Sera del segretario Pd, Michele Emiliano, non convince ed anzi insinua dubbi. Ma non esterna solo il sindaco di Bari. Parla anche Nichi Vendola (dopo l’assemblea nazionale di Sinistra e Libertà ) per dire che, primarie o no, sarà ricandidato: una marcia indietro rispetto all’investitura popolare da lui stesso invocata. Emiliano, invece, continua ad attaccare i dalemiani. Poi aggiunge tre concetti: 1) «la quadratura del cerchio in Puglia » compete allo stesso Emiliano, a Vendola e a D’Alema; 2) il sindaco non si candiderà mai alla Regione a spese dell’attuale governatore; 3) se dovesse arrivare un avviso di garanzia a Vendola, questi «non dovrà dimettersi ». «Ci mancherebbe solo questo» commenta il dalemiano Antonio Maniglio, capogruppo in Regione del Pd. «Il tema – spiega – non c’è. Ma se venisse in evidenza, non ci sarebbe motivo di pensare alle dimissioni. Emiliano, invece, evoca l’argomento anche se per respingere ogni necessità. Egli sorvola sul grande lavoro svolto dalla giunta e si sofferma sui guai giudiziari. Le sue ripetute esternazioni sono puri diversivi rispetto al tema di queste settimane: se e come allargare il centrosinistra. Emiliano ha un’idea naif della politica: si deve celebrare il congresso, ma per lui non conta. Conta il ruolo di D’Alema, Vendola o chissà chi».
«Sono esterrefatto – dice l’assessore regionale Mario Loizzo, dalemiano, trascorsi di amicizia con Emiliano – perché dovremmo occuparci di più del nostro congresso, che serve a ricostruire il profilo culturale e programmatico del Pd. Dobbiamo dare risposte a chi non ha lavoro o l’ha perso, non a come mettere d’accordo D’Alema, Vendola ed Emiliano ». Vendola e l’eventuale avviso di garanzia? «Un errore tirare per la giacca il governatore e trascinarlo nel dibattito congressuale del Pd come fa Emiliano». Come giudicare il fatto che Vendola ritiri il proposito di farsi legittimare dalle Primarie? «È la risposta di Nichi a chi pensa di proporre un altro nome maturato all’interno di circoli ristretti e senza un percorso democratico». Vendola candidato senza primarie? «Se si allarga la coalizione dice Maniglio – deciderà la nuova alleanza. Diversamente (ma non auspico che il perimetro resti quello che è oggi) il tema non si pone ». Ossia, Vendola in pista anche per il 2010. «Per ragioni di opportunità – annota il franceschiniano Guglielmo Minervini – bisognerebbe lasciare il governatore in pace ed invece lo si tira per la giacca». È vero, ma anche Vendola cambia idea sulle primarie. «Comprendo che il presidente voglia difendere un patrimonio di cambiamento accumulato. Ma sono sicuro che non ci sarà bisogno di alcuno strappo da parte sua». Non di strappi, ma di cesura col passato parla l’Italia dei valori. «L’esperienza del centrosinistra pugliese – dice Pierfelice Zazzera – di fronte alle inchieste e alla questione morale si può dire conclusa. Bene farebbero Vendola ed Emiliano a prenderne umilmente atto e a fermarsi. Occorre voltare pagina e rinnovare la classe dirigente: le primarie non possono garantire questo cambiamento». Il capogruppo di An alla Regione, Roberto Ruocco, bolla in modo inequivoco l’intervista di Emiliano. «Emerge una concezione del potere di tipo satrapesco». Ruocco invoca una verità «definitiva» anche sul perché sia stata (a luglio) cambiata la giunta regionale. Si era detto per la questione morale, poi per allargare la coalizione ai centristi. Emiliano oggi dice che sia dipeso dal fatto che «a Vendola erano saltati i nervi. Basta: i pugliesi hanno diritto di capire».
Francesco Strippoli