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Si vive meglio a Potenza, Matera e Lecce così così a Bari, peggio a Brindisi e Foggia

Anche Matera e Lecce tra le migliori nella classifica del benessere.

 

Potenza tra le città più vivibili, bene Lecce e Matera, Bari così così, male Foggia, Taranto e, in particolare Brindisi. Sono i risultati della speciale classifica del benessere stilata dal Sole 24ore.

Una sfida lanciata da Joseph Stilgitz (incaricato dal presidente francese Sarkozy di misurare la “felicità” del suo paese a partire da nuovi parametri) che supera i classici indicatori che misurano lo stato di salute dell´economia; stilata assieme al Centro studi Sintesi sulla base del Bil, il Benessere interno lordo, che si sostituisce al Pil (il Prodotto interno lordo) gravato dai dubbi sulla sua reale capacità di misurare ricchezza e benessere di una nazione.

E così le città lucane sono quelle con il maggior benessere e la migliore qualità di vita: Potenza addirittura al trentesimo posto, tra le migliori al Sud, Matera al 36°. Tra le pugliesi Lecce è al 44° posto, Bari al 68°, mentre Brindisi soltanto al terzultimo.

Se nella rinnovata graduatoria a livello nazionale, rispetto a quella tradizionale di fine anno, le posizioni mediane scalano i vertici della classifica del benessere, con le province dell´Emilia Romagna e della Toscana in testa (prima Forlì Cesena, poi Ravenna, Firenze, Siena), le ultime variano davvero di poco.

Se Rieti, ad esempio, col nuovo metodo guadagna 54 posizioni, le province della Sicilia, della Campania, della Puglia restano desolatamente indietro rispetto al benessere del centro nord. Non bastano ai pugliesi, quindi, le condizioni di vita materiali (misurate sul valore aggiunto dei prezzi correnti), né la speranza di vita alla nascita (che pure nei paesi montani della Capitanata è più lunga), o ancora il tasso di istruzione (qui spinto verso l´alto anche a causa dei pochi sbocchi occupazionali), la spesa per spettacoli pro capite e l´affluenza alla urne.

E se per numero di organizzazioni di volontariato recuperiamo qualcosa, per ambiente e sicurezza non brilliamo. Tirando le somme possiamo però notare una conformità rispetto al Pil. Parafrasando la ‘regoletta’ matematica, potremmo dire che modificando l´ordine degli addendi la somma è sempre la stessa.

Nel caso delle province pugliesi e delle varie classifiche sulla qualità della vita, se cambia lo fa davvero di poco. Andare oltre gli indicatori tradizionali, superare l´approccio prettamente economicistico, ribattono normalmente quanti non accettano il risultato delle graduatorie che collocano l’Italia in fondo alla classifica.

Gli ultimi dati economici della Puglia rilevavano una regione in crescita. Nel 2008, il trend positivo è stato dell’ 1,8 per cento. Il settore trainante è quello dei servizi. Bene anche l’industria, mentre l’ agricoltura sembra essere oramai essere colpita da una crisi senza precedenti.