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Inchieste, imminente un’altra retata. Lo annuncia il «Riformista»

Sul giornale di Polito viene annunciata un’altra «scossa giudiziaria», stavolta rigorosamente bipartisan.

 

«Il Riformista», diretto da Antonio Polito dà fiato ai sussurri e grida di queste settimane: nei prossimi giorni, forse nelle prossime ore, ci sarà una «retata» di personaggi coinvolti nelle inchieste escort-cocaina-sanità. Una retata, assicura Fabrizio d’Esposito, che firma l’articolo, che sarà rigorosamente «bipartisan», ovvero colpirà i due poli. Senza riguardo di appartenenza.
Proprio «retata bipartisan» è il titolo usato da Polito per «aprire» il giornale oggi in edicola. Secondo l’articolasta, è infatti in arrivo un’altra «scossa giudiziaria». «Alcune fonti investigative l’avevano prevista per questa settimana, ma adesso si parla di un rinvio alla prossima». Questo perché, spiega d’Esposito, il nuovo procuratore Laudati, ha fretta di chiudere i numerosi faldoni sul verminaio pugliese.
TUTTI I NOMI – I nomi degli indagati – continua «Il Riformista» – sono quelli già emersi nei mesi scorsi. Sono quelli legati, in prevalenza ai parlamentari che farebbero parte del «sistema Tarantini». Intercettazioni e riscontri provenienti dai vari filoni d’indagine che Laudati che saputo riunire intorno a un unico tavolo d’indagine. E d’Esposito prova anche a tracciare il cosiddetto «sistema Tarantini». «In ordine cronologico si parte dell’ex assessore regionale Salvatore Mazzaracchio che oggi siede a palazzo Madama per il Pdl. La lista continua con altri tre senatori. Due ancora del Pdl: l’ex sottosegretario Guido Viceconte e il presidente dell’ordine dei farmacisti di bari, Luigi D0’Ambrosio Lettieri, E uno del Pd, Alberto Tedesco, altro ex assessore regionale alla sanità. Un quartetto a cui si deve aggiungere Salvatore Grego, detto Tato, a sua volta figlio di un ex senatore forzista Mario, e nipote di Antonio e Vincenzo Matarrese».
LA FRETTA DI LAUDATI – Secondo quanto scrive il giornale diretto da Polito, l’accelerazione del blitz sarebbe originato da «contingenze politiche» perché arrivare alle elezioni della prossima primavera con le inchieste aperte sarebbe come piazzare «una vera bomba dentro le urne. E Laudati non vuole affatto questo».
TARANTINI – Sarebbe terrorizzato da possibili ritorsioni delle cosche criminali di Bari. In pratica teme di essere ucciso. Non a caso il suo rifornitore abituale, indicato come «Nico» non ha fatto agli inquirenti il nome del pregiudicato Onofrio Spilotros, che faceva arrivare droga a Tarantini, tramite «Nico». Da qui la confidenza dell’imprenditore: «Ho paura di essere sparato»