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PETIZIONE DELLE ACLI PER UN NUOVO “STATUTO DEI LAVORI”

Parte la campagna nazionale "Verso uno Statuto dei lavori": obiettivo 100mila firme.

 

Le proposte: unica disciplina dei contratti di lavoro; estensione della cassa integrazione a tutti i settori produttivi e le tipologie contrattuali; indennità di astensione facoltativa per i padri dopo la nascita del figlio all’80% dello stipendio

Uno "Statuto dei lavori" da affiancare allo Statuto dei lavoratori. Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani fanno propria la proposta che fu di Marco Biagi e lanciano la campagna nazionale "Verso uno Statuto dei lavori: più diritti e più tutele per tutti": una petizione popolare che da oggi al prossimo 13 febbraio girerà l’Italia toccando 50 città. Obiettivo: raccogliere 100mila firme intorno ad un nucleo articolato di proposte di riforma del mercato del lavoro e delle politiche connesse di welfare, da presentare a Governo e Parlamento.

«Vogliamo spingere le forze politiche – afferma il presidente della Acli Andrea Olivero – a promuovere una grande riforma in grado di rimettere al centro il lavoro, aumentare l’occupazione e ridurre le grandi disuguaglianze oggi esistenti, a partire dal non più sostenibile dualismo in termini di tutele tra lavoratori dipendenti e lavoratori atipici».

Le proposte delle Acli mirano a garantire a tutti i lavoratori alcuni diritti fondamentali – il diritto alla sicurezza e alla salute, a una remunerazione adeguata, alla formazione permanente – attraverso tutele ritenute «sempre più essenziali», come una progressiva stabilità lavorativa, un’indennità generalizzata in caso di licenziamento, una pensione dignitosa, la possibilità di conciliare e i tempi di vita e di lavoro.

Concretamente, la petizione chiede «uguali diritti per tutti i lavoratori» attraverso l’introduzione di un’unica disciplina dei contratti di lavoro: un «contratto prevalente a tempo indeterminato per i lavoratori subordinati neo-assunti», che preveda la stabilizzazione definitiva al sesto anno di anzianità aziendale per tutto il lavoro dipendente e la fissazione di «un’unica aliquota contributiva del 30%» per tutti i contratti, compresi quelli a collaborazione. Per garantire «salari più dignitosi per tutti», si propone di «detassare completamente i redditi derivanti dalla contrattazione territoriale e aziendale», riducendo contemporaneamente le aliquote fiscali sui redditi da lavoro «per gli scaglioni più bassi». Per rendere esigibile il diritto alla formazione permanente si chiede la «detraibilità fiscale dei costi» sostenuti da ciascun lavoratore e l’introduzione del «diritto ad un’aspettativa non retribuita sino a 12 mesi per frequentare attività formative certificate».

Le Acli propongono di estendere la cassa integrazione e i contratti solidarietà a «tutti i settori produttivi e a tutte le tipologie contrattuali in caso di ristrutturazione o crisi aziendale», ricavando le risorse «in parte dall’assicurazione obbligatoria e in parte da fondi di origine contrattuale e gestiti da enti bilaterali». La petizione sostiene l’ipotesi di una riforma del sistema pensionistico che miri a «equiparare e innalzare gradualmente, secondo le indicazioni europee, l’età pensionabile sia per gli uomini che per le donne», garantendo però «un’uscita flessibile da lavoro». Si vuole altresì introdurre «una pensione di base a carico della fiscalità generale», accanto alla pensione contributiva e a quella complementare, quest’ultima incoraggiata attraverso un «ulteriore sgravio fiscale».

Il capitolo della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Le Acli propongono, tra le altre cose, di aumentare l’astensione obbligatoria per maternità a 6 mesi, portare l’indennità dell’astensione facoltativa al 60% della retribuzione, riconoscere per il padre un’indennità pari all’80% della retribuzione per i primi due mesi di astensione facoltativa dopo la nascita del figlio.

Infine il tema della «democrazia economica». Le petizione richiama l’esigenza di favorire «meccanismi di partecipazione e di collaborazione dei lavoratori nell’azienda». Riconosce il «diritto per i lavoratori ad essere informati sulle decisioni di carattere strategico dell’azienda». Propone il controllo sull’andamento aziendale mediante la «partecipazione di rappresentanti eletti dai lavoratori o designati dalle organizzazioni sindacali negli organi di sorveglianza». Sostiene l’istituzione di «forme di partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa», contemplando anche la «distribuzione di azioni o quote del capitale societario ai lavoratori».

La petizione delle Acli per lo "Statuto dei lavori" girerà le piazze italiane a bordo di un pullman appositamente allestito. La prima tappa di questo tour sarà in Umbria, a Terni, il prossimo venerdì 9 ottobre. E’ possibile firmare la petizione a partire da oggi anche sul sito delle Acli: www.acli.it