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A VIESTE LA PENSIONE SI CERCA IN RICEVITORIA

Le ricevitorie sono gli uffici di una nuova Inps dove si gioca per la vita.

 

Quanto si gioca a Vieste? Sicuramente tanto. «Decine di migliaia di euro a settimana nelle rivendite — ci dice il titolate di una ricevitoria — A cui bisogna poi aggiungere tutto quello che viene giocato on line privatamente da casa».
La scelta dei giochi è vasta. Dal classico SuperEnalotto al più recente Win for Life. «Giocano un po’ a tutto. — continua il ricevitore — Finora era il SuperEnalotto quello più gettonato ma ora l’arrivo del Win for Life lo sta insidiando».
Appena uscita la lotteria Win for Life è già diventata un tormentone ed anche i viestani  si sono trasformati in veri e propri giocatori a caccia della svolta. La speranza è di guadagnarsi un sorta di vitalizio, un nuova forma di pensione. E sono un po’ tutti a tentare la sorte.
«Quest’ultimo gioco ha interessato tutte le fasce di età — tiene a sottolineare il titolare di un’altra ricevitoria. Ci provano i giovani, gli anziani, le casalinghe. Dicono di giocare per divertimento ma il sogno di tutti è quello di guadagnarsi questa nuova pensione».
«Voglio una schedina per il gioco della pensione» così viene indicato il Win for Life dai più anziani. Perché la Sisal è diventata una sorta di nuova Inps e le ricevitorie i suoi uffici sparsi sul territorio. La promozione fatta è stata ben mirata: un gioco facile e buono, perché evita di sperperare la vincita in un sol colpo.
«Forse a rimetterci di più dall’arrivo del Win for Life sono stati i biglietti del Gratta e vinci», si rimarca in generale nelle rivendite. Grandi consumatrici dei famosi «grattini» erano in particolare le donne. Era facile vedere gruppi di donne sedute al bar che fra un caffè ed un chiacchiera tentavano con una «grattata» la fortuna. Oppure mentre erano in fila da qualche parte le vedevi tirar fuori dalla borsa qualche tagliando da «grattare».
A Vieste sembra non esserci un profilo standard del giocatore, non individuabile né per età né per classe sociale né per sesso. Giocano tutti, spesso e comunque. Anche se può diventare pesante per le proprie tasche. E così con un po’ di SuperEnalotto, un po’ di Win for Life e qualche Gratta e vinci sono tanti i viestani che si fanno il proprio menù quotidiano di giocate.
Ci sono poi le nicchie degli specialisti, per il settore delle scommesse on line o dell’ippica con la tris Qui il numero dei giocatori è certamente ridotto in proporzione alla gran massa degli interessati ai giochi più popolari. «C’è da considerare però il sommerso, perché giocato in casa, delle giocate casalinghe. — tiene a sottolineare un altro titolare di ricevitoria — Sono in tanti, infatti, a giocare on line con le varie carte ricaricabili. Lì c’è davvero l’imbarazzo della scelta dei giochi da fare. Ma soprattutto c’è l’anonimato dell’entità delle giocate che si possono fare. In ricevitoria una giocata elevata viene subito notata. In breve lo sanno tutti». 
E quasi a premiare la fedeltà al gioco dei viestani, lo scorso 14 agosto è arrivata la vincita che fa notizia. Con una semplice schedina del costo di due euro un fortunato giocatore ha centrato al SuperEnalotto un 5 con superstar raggranellando la bella cifra di 1 milione, 21mila e 869 euro. In quel periodo di giocate frenetiche con il SuperEnalotto con un jackpot stellare intorno ai 140 milioni di euro, la notizia della fortunata vincita a Vieste si è diffusa anche a livello nazionale. In quel periodo, con l’afflusso dei turisti, edicole e tabaccherie erano costantemente impegnate con le giocate del SuperEnalotto.
Dicono che sia la crisi a spingere tanti a tentare la fortuna. Certo è che per molti la ricevitoria sembra essere diventata la scorciatoia per la pensione o la rendita assicurata. Per modo di dire, perché con il gioco di assicurato non c’è proprio niente.

ALTRO CHE INFLUENZA A: LA FEBBRE DA GIOCO E’ SEMPRE PIU’ ALTA!
Se in Italia sono milioni quelli che sfidano la sorte al gioco a Vieste sono centinaia gli amanti di lotterie varie e scommesse
Tutti colpiti dalla febbre della corsa al jackpot del Superenalotto e della nuova lotteria vitalizia Win for life con un buon contorno di scommesse, poker. Le tabaccherie e le edicole di Vieste sono sempre più piene di giocatori. Complice forse anche la situazione di crisi economica, i giochi riscuotono un successo sempre più grande. E ci sono anche persone che non riescono a trovare un equilibrio fra ciò che investono nel gioco e quello che possono effettivamente spendere.
Il giocatore a rischio è prevalentemente di sesso maschile talora separato, ha scarse capacità nell’investire denaro a prescindere dall’attività del gioco, il più delle volte è figlio di almeno un genitore con problemi analoghi ed è propenso al rischio.
Il giocatore patologico, invece, si riconosce da diversi segnali: è troppo assorbito dal gioco, fa giocate sempre più forti, spesso al di sopra delle sue possibilità economiche, pianifica il modo per procurarsi i soldi, dice bugie in famiglia, per il gioco mette a repentaglio la propria vita privata e il lavoro e gioca per superare l’umore depresso. 
Spesso la febbre del gioco d’azzardo è la spia di altre malattie o è l’aspetto emergente di un più generale disagio sociale e personale.

LA PUGLIA SPENDE IN GIOCHI 780 EURO A TESTA ALL’ANNO
Se guardiamo la dimensione, il peso industriale, la ricchezza prodotta, allora le città pugliesi sono lontane dal resto del paese. Ma c’è un dato che vede Bari giocarsela alla pari con le grandi città metropolitane, ed è quello della spesa per giochi e scommesse: con un miliardo di euro spesi all’anno tra lotto, Superenalotto, Gratta e vinci e affini, la provincia di Bari è la quinta in Italia per denaro investito in fortuna.
La Puglia sviluppa il 6% della spesa nazionale per i giochi (circa 12 miliardi), pari a 778 euro a testa: una cifra in linea con le aree geografiche di dimensione simile, che pone la Puglia all’ottavo posto in Italia. Ma un altro dato, calcolato dal Sole-24 Ore, segnala che in Puglia si gioca tanto — a volte tantissimo — in rapporto al reddito: dal 10,7% dei brindisini all’8,1% dei foggiani. Il vecchio lotto sembra reggere soltanto a Bari, dove lo scorso anno sono stati giocati in ambi e terni poco meno di 165 milioni di euro. Lecce preferisce le Newslot, le macchinette mangiasoldi (legali) che hanno incassato 137 milioni, la stessa cifra che i tarantini hanno speso in Gratta e vinci. Il "grattino" è invece il principe dei giochi, in tutta Italia: soltanto a Bari ha incassato 383 milioni di euro, pari a quanto è stato scommesso al Lotto nell’intera Puglia, poco al di sotto di quanto è stato giocato in Gratta  e vinci a Napoli e Milano, cinque volte più di Firenze e sei volte più di Torino. Non sorprende il crollo del Totocalcio, sostituito dalle scommesse sportive (217 milioni il montante complessivo in Puglia). Il Bingo, che dieci anni fa era considerato l’ultima frontiera, ha attecchito solo parzialmente a Bari e a Lecce, mentre il Superenalotto pesa per 127 milioni, esattamente quanto l’ippica.

WIN FOR LIFE, TUTTI A GIOCARE PER UNA NUOVA FORMA DI PENSIONE
«Cosa c’è di peggio di un ‘gioco pericoloso’? Un gioco che si presenta come innocuo, positivo, perfino tranquillizzante, e poi non lo è. Di fronte al quale si abbassano le difese», così Daniela Capitanucci, psicologa e psicoterapeuta, nonché presidente dell’associazione AND (Azzardo e nuove dipendenze), ha spiegato i pericoli di Win for life, il fenomeno del momento che dietro tanto successo ha ottimi meccanismi di marketing, geniali per chi lo ha ideato, ma forse meno per chi partecipa dall’altra parte del gioco.
Un gioco «buono»?
L’ultimo prodotto di casa Sisal è già un successo. Dimostrabile dagli incassi e dai «patiti» ormai riconoscibili nelle ricevitorie. Win for life si presenta bene: con un montepremi di 4 milioni di euro per vent’anni, e il 23% di giocate distribuite per la ricostruzione in Abruzzo, sembra di assistere alla nascita di un concorso a premi finalmente «buono», non solo per l’aiuto ai terremotati, ma perché addirittura ci toglie l’imbarazzo di gestire dall’oggi al domani una grande somma di denaro, premurandosi di evitarci perfino di ‘dilapidare’ il patrimonio neo-acquisito in pochi giorni. «Non esistono giochi d’azzardo ‘buoni’ — dicono all’AND — ma solo giochi d’azzardo più o meno ‘pesanti’, proprio come le droghe, e Win for life ha tutte le caratteristiche per essere catalogato tra le più pericolose».
Estrazione oraria e feedback immediato: ecco come si crea dipendenza
«Prima di tutto — ha argomentato la psicologa dell’AND — c’è il meccanismo dell’estrazione oraria. Ripetitività e feedback immediato creano dipendenza e favoriscono un atteggiamento compulsivo al gioco. Se posso sapere ogni ora se ho vinto o perso, sono portato a ‘riprovarci’ subito. Perfino se ho vinto una somma più bassa del montepremi, perché scatta il desiderio di ‘reinvestire’ la cifra istantaneamente. E’ un meccanismo tra i più ‘subdoli’».
Oltre ai due fattori appena descritti, ci sono precisi indicatori per determinare il rischio di dipendenza di un gioco d’azzardo, come la facilità di comprensione delle regole e l’accessibilità al gioco.
Win for life ha tutte le caratteristiche, ad esempio il meccanismo dei 10 numeri più uno lo capisce anche un bambino, e si può giocare ovunque.
La grande suggestione:
stabilità e sicurezza in piena crisi
Win for life non solo ha avuto la capacità di aver individuato tutta una serie di caratteristiche che ne fanno un prodotto di grande attrattiva, ma ha anche centrato la grande suggestione del momento. Chi è che oggi non desidera 4 mila euro al mese per vent’anni? Non è solo una ‘busta paga’ molto alta, considerando uno stipendio medio oggi in Italia, ma è soprattutto una ‘rendita ventennale’, che in piena crisi economica significa stabilità, tranquillità per il futuro.
Win for life ha allargato
il target dei giocatori
Gli esperti spiegano che ormai il gioco d’azzardo è da considerarsi una vera e propria forma di consumo, indirizzato sempre a un target ben determinato: le scommesse sportive, ad esempio, sono pensate per giovani uomini, sotto i 40 anni; il bingo alle famiglie, pensionati, alle casalinghe.
E Win for life? In piena crisi, una rendita ventennale con un meccanismo di gioco così semplice a chi è indirizzato? Ai precari, sicuramente; poi ai cassaintegrati; ai pensionati che non ce la fanno con la sola pensione; ma anche tutti coloro che vogliono, magari, guadagnare semplicemente di più.
In altre parole: tutti. O meglio: tutta quella fascia di mercato che non si era prima avvicinata in modo preponderante al gioco.