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Pd, avvertimento a Vendola: ora alleanza con Casini, poi i nomi

Regionali, vertice tra Blasi e il gruppo regionale. Botta e risposta con il sindaco Emiliano.
Il gruppo del Pd si riu­nisce con il neo segretario Sergio Blasi e lancia un avvertimento a Nichi Vendola. La «priorità» per le Regionali del 2010 non è il no­me del candidato presidente, ben­sì «l’alleanza per il Mezzogiorno che comprenda l’Udc: l’unica che può competere e vincere».

È un invito al governatore a muoversi con cautela prima che sia sciolto il nodo della candidatura, visto che il partito di Casini non è per­suaso sul nome di Vendola e adombra la possibilità di spostar­si a destra. Sulla legge elettorale, il Pd rin­via ogni decisione sull’abbassa­mento della soglia di sbarramen­to (del 4%, partire dal 2010) a do­po che saranno chiarite le questio­ni dell’alleanza. Se ne riparlerà. I Democratici si dicono pronti alle modifiche, purché, come auspica Blasi, si inserisca la doppia prefe­renza uomo-donna per garantire la parità di genere. Un modo, così pare, per rinviare sine die la que­stione (esiste già una norma anti­discriminatoria). Del resto, la dop­pia preferenza è prevista dalla leg­ge campana ed è stata portata al­l’attenzione della Corte costituzio­nale: non si saprà nulla prima del 15 dicembre.

I tempi per eventua­li modifiche sono dunque strettis­simi. I piccoli partiti (Prc, Verdi, Sd, forse anche i socialisti) sono in rivolta e minacciano l’abbando­no dei lavori, a partire dal consi­glio regionale di stamattina e fino alla delicata sessione di Bilancio che si apre a fine mese. Il governatore, sul punto, nic­chia. Uno sbarramento alto lo aiu­ta a tenere in una camicia di forza Sinistra e Libertà (con diverse componenti afferrati dalla forza centrifuga in atto). Il Pdl non ne vuol sapere. Il Pd si è fatto un cal­colo: in caso di sconfitta elettora­le, spazzati via i cespugli con lo sbarramento, il numero degli at­tuali consiglieri potrebbe essere confermato. Il documento licenziato dal ca­pogruppo Antonio Maniglio, a fi­ne riunione, rilancia alcune priori­tà di fine legislatura: abolizione dell’addizionale Irpef che grava sui redditi sopra i 29 mila euro (per l’Irap si vedrà); approvazio­ne dei documenti attuativi del Pia­no della Salute (posti letto, repar­ti, nuove attività); via libera alla legge per la «Puglia denuclearizza­ta »; avvio della spesa per le Aree vaste (134 milioni da impiegare).

Ma è la questione politica a tenere banco. Il Pd è molto cauto sulla tenta­zione del governatore di chiudere la discussione sulla propria candi­datura con la manifestazione del 15 novembre a Bari (organizzata dai comitati per Vendola). L’alle­anza con l’Udc – dice il gruppo dei Democrat – è «da perseguire con pazienza e lungimiranza. Ciò è co­erente con le scelte fatte da Miche­le Emiliano alle amministrative del 2009 e da Vendola col rimpa­sto di luglio (si aprì all’Udc in en­trambi i casi, ndr). È bene che quella impostazione non sia sacri­ficata e sia perseguita da tutti, in primis da Vendola». È saggio, per­ciò, che «l’iniziativa del 15 serva a tracciare il bilancio» delle cose fat­te «senza sottacere le ombre». Vendola rimane il candidato del Pd? «Vorrei che fosse anche il presidente fino al 2015 di questa nuova alleanza meridionale – re­plica Blasi ai cronisti – e tocca a noi costruire le condizioni». E le voci su Emiliano gradito dall’Udc al posto di Vendola? E il supposto ticket con Adriana Poli Bortone? «Se è cambiato qualcosa – dice Blasi – bisognerebbe chiederlo ad Emiliano, perché finora egli è sta­to il più convinto sostenitore di Vendola. Quanto al resto, il Pd sce­glie i candidati con gli altri partiti, ma non se li fa imporre». Emilia­no replica riaffermando di non vo­lersi dimettere dal Comune (indi­spensabile per candidarsi alla Re­gione). «Mi pare più semplice – di­ce – candidare Vendola, che peral­tro ha ben operato. Parto per la Ci­na e torno il 16 novembre. Spero che il 15, Vendola si sia già candi­dato. Sono disponibile ad occu­parmi dell’organizzazione della sua campagna elettorale». Non è proprio la linea del partito, che chiede di attendere. Emiliano, pe­raltro, fa osservare che «è più semplice», e non che sia dovero­so, come avrebbe detto in altri tempi, candidare il governatore uscente. A sollecitare «un passo indietro degli uscenti» è il deputa­to Francesco Boccia (Pd), storico avversario di Vendola.

Francesco Strippoli