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Il Gargano non ha più ceto dirigente (2)

Il sindaco di Vico, Luigi Damiani, non si piange addosso e non fa drammi: “Molti vuoti di rappresentanza passano dai sistemi di voto. Niente paura. Ci salverà l’associazionismo attivo.”

 

Sindaco Damiani nessun Assessore alla Provincia, un consigliere regionale, Giammario Zaccagnino, che perderete a marzo, pochissima considerazione… Insomma questa classe politica garganica non è riconosciuta per nulla a livello politico?
Io non la vedrei così nera. Certo, ad elencare i dati questi danno un’immagine impietosa. Tuttavia, non credo che il problema sia tutto da identificarsi con la scarsa valenza della classe dirigenziale.
Va anche detto che ci sono dei meccanismi, a livello tanto provinciale quanto regionale, sistemi di elezione dei consiglieri, che tendono a favorire in maniera determinante ed accentuata i grandi numeri. E ovvio che maggiore è il centro di cui una persona è rappresentante, maggiore sarà la possibilità di ottenere consensi.
Non ci sono limiti vostri, quindi?
Certo che si. Per esempio, l’esasperato campanilismo che, pure, dovremo necessariamente superare. D’altra parte, con là creazione dei compariti per quel che riguarda le questioni dei rifiuti, della sanità, dell’acqua, non possiamo non andare alla ricerca dell’unione Dobbiamo capire i problemi della sussidiarietà non limitarci ad applicare un dovere.

Ma basta questo? Nel senso fino a quanto il Gargano potrà puntare alla crescita senza poi avere uomini nelle postazioni che contano? E, ad esempio, come mai, malgrado i numeri, non si è mai pensato ad un Assessore al Turismo della Montagna Sacra?
E una questione annosa. Spesso è stato interpretato l’Assessorato al Turismo come una semplice casella da occupare per spartizioni politiche. Ed in effetti, adesso che non è così, è strano che non si sia mai pensato al Gargano. Fermo restando il fatto che, almeno, Vascello capisce di turismo A differenza di tanti altri.
Senta, tornando sull’argomento, sa che alle. Regionali i garganici sono tutti considerati dei riempilista?
Effettivamente è complicato che si arrivi a Bari. Ed il bacino di voti è limitato. Anche
perché, poi, ci sono aree come quella di Manfredonia, dove vengono raccolti numeri molto grandi.

Il fattore M…
Il fattore M trasversale agli schieramenti.

Senta ma lei dove ritiene che, ad oggi, il nuovo e futuro ceto dirigente debba affondare le radici?
Nell’associazionismo attivo. La crisi della politica è vera ed evidente. Negli anni Sessanta e Settanta
i giovani vedevano nel partito l’approccio ideale per la propria maturazione. Oggi non è più così. I partiti hanno esaurito la loro spinta e, di conseguenza, la maturazione e la crescita civile dell’individuo avvengono al di fuori di essi.

Piero Ferrante
L’Attacco