L’inchiesta «La rete» punta a verificare la presunta lottizzazione operata dal centrosinistra.
L’inchiesta sugli affari illegali della sanità pugliese, ribattezzata «La rete» nasce nel 2008 e in una delle informative dei carabinieri del nucleo investigativo si parla di «un’associazione i cui componenti radicatisi all’interno della pubblica amministrazione tendono a perseguire interessi illeciti condizionando le scelte della stessa pubblica amministrazione allo scopo di perseguire i progetti illeciti del sodalizio che spaziano dallo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, dalla forniture di servizi alle aziende sanitarie locali agli appalti nelle aziende ospedaliere pugliesi ».
In particolare l’indagine che ora può contare anche su un collaboratore che conosce dettagli importanti degli affari illeciti mira ad verificare la presunta lottizzazione del centrosinistra nella sanità pugliese. Una lottizzazione emerge da indiscrezioni – che sarebbe suddivisa essenzialmente in tre presunte correnti: quella che farebbe capo al governatore Nichi Vendola, all’ex assessore alla sanità Alberto Tedesco ora senatore del Pd (che si è dimesso dal suo incarico dopo aver saputo di essere indagato lo scorso febbraio) e a Mario Loizzo, assessore regionale ai Trasporti. Sarebbe stata questa presunta lottizzazione a gestire a partire dal marzo 2008 il sistema sanitario pugliese e a piazzare gli uomini giusti (primari, direttori e dirigenti Asl) in posti di lavoro studiati a tavolino allo scopo di ottenere vantaggi e spartirsi la grossa torta dei guadagni.
Sarebbe questo a grandi linee il cuore dell’inchiesta intorno alla quale ruotano centinaia di intercettazioni telefoniche dalle quali «emerge – è scritto nelle carte dell’inchiesta – la convergenza di interessi politico imprenditoriali nel settore della sanità e nel corso delle operazioni di intercettazioni vengono tracciate le linee guida di un’organizzazione tendente a creare un sistema monopolistico che possa garantire il controllo in diversi settori della pubblica amministrazione ». Gli interessi delle persone finite sotto inchiesta ruoterebbero «intorno ad una organizzazione di natura scientifica che si propone di svolgere le attività di promozione, formazione e sviluppo professionale ». L’associazione in questione – emerge ancora – avrebbe la sede a Roma. Nell’informativa del 20 aprile 2009 i carabinieri scrivono che in «tale contesto si collocano le figure di Alberto Tedesco e Mario Malcangi, (suo stretto collaboratore, ndr) le quali hanno instaurato stabili collegamenti con l’imprenditore Carlo Columella, operante nel settore dello smaltimento dei rifiuti, attraverso Francesco Petronella ed esponenti dell’imprenditoria ‘sanitaria’ su tutti gli imprenditori Diego Rana e Vitantonio Roca: più precisamente si tratta delle interconnessioni legate alla gestione delle discariche di proprietà della Tra.de.co. srl attraverso la quale l’imprenditore è in grado di ricercare ampi consensi politici per ottenere la proroga dell’attività di smaltimento nel sito ubicato in località ‘Le Lamie’ nonché alla gestione dei farmaci scaduti esercitata dalla famiglia Columella».
Ma non è tutto. In un altro filone dell’inchiesta «La rete», la pm inquirente Desireé Digeronimo sta anche verificando l’ipotesi del presunto finanziamento illecito ai partiti. Gli occhi sono puntati su cinque partiti: Pd, Prc, sui Socialisti Autonomisti di Tedesco sul partito del governatore Vendola, Sinistra e Libertà, e sulla Lista Emiliano del sindaco di Bari Michele Emiliano. Scopo degli accertamenti dei carabinieri è capire se ci sono stati stanziamenti di denaro dagli imprenditori a politici pugliesi e nazionali. E se il denaro è stato rendicontato (dal 2005 al 2008) dai cinque partiti finiti nel mirino dell’inchiesta che a luglio scorso hanno subito l’acquisizione dei bilanci e della documentazione bancaria.
Angela Balenzano