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Verso le Regionali 2010/ Casini, basta con la telenovela: «Non andremo con Vendola»

«Il presidente è per me una persona perbene, ma non può impersonificare l’alleanza per il Mezzogiorno».

 

Il no ufficiale, netto e chiaro alla ricandidatura di Ni­chi Vendola a governatore è ar­rivato ieri, da parte di Pierferdi­nando Casini, leader dell’Udc, nel corso della conferenza pro­grammatica regionale del parti­to che si è tenuta a Bari (fra gli ospiti anche Francesco D’Ono­frio e Anna Larosa). Non ha usa­to mezzi termini Casini: «Il pre­sidente Vendola – ha detto – è per me una persona perbene, ma non è compatibile per la sua storia personale e non può impersonificare l’alleanza per il Mezzogiorno a cui noi aspiria­mo ». Chiuso un capitolo, quin­di («Finiamola con questa tele­novela »), se ne apre un altro. O più d’uno. Spetta, infatti, allo stato maggiore del Pd – nella riunione che oggi pomeriggio terrà alle 15,30 – esprimere, se lo riterrà, una nuova e convin­cente proposta di governo per una coalizione allargata ai mo­derati. Anche se il partito, spac­cato in più tronconi, difficil­mente troverà la quadra (inol­tre è assente Emiliano ancora in Cina, ieri c’era il fratello agli stati generali). Diversamente, l’Udc costruirà un progetto pro­prio come ha già fatto con pro­fitto nelle province pugliesi, in occasione delle passate ammini­­strative, ha detto Casini. «C’è una strada maestra: è quella di andare da soli, senza opportuni­smi. Dobbiamo essere noi stes­si ». Al Pd, dunque, restano an­cora poche ore per decidere mentre, oggi, alla convention in Fiera c’è attesa per l’interven­to del presidente Vendola. L’Udc è ben consapevole del pe­so determinante che gioca per l’esito della competizione elet­torale e per questo avrebbe avanzato corpose richieste al Pd. Comunque, chiosa Casini prima di andar via, «se son rose fioriranno». Mentre, nell’area moderata c’è gia un candidato pronto a scaldare i muscoli: la senatrice di Io Sud , Adriana Po­li Bortone (investita moralmen­te del ruolo, dalla platea, con un lungo applauso) che, però, cautamente afferma: «Aspettia­mo ancora una quindicina di giorni per la decisione definiti­va ». Una corsa che, se solitaria, sarebbe gradita al centro sini­stra. Molto meno se, invece, fos­se già chiuso l’accordo con il Pdl, come lasciano intendere al­cuni neo parlamentari Udc. La partita, come si vede, è tutta in evoluzione per lo scudo crocia­to. Di sicuro, c’è soltanto il no a Vendola. «Noi vogliamo la di­scontinuità, bisogna girare pa­gina – ha spiegato Casini dal pal­co – e se non ci saranno condi­zioni nuove, saremo noi a deter­minare percorsi nuovi. Chi ritie­ne che questa regione sia stata ben amministrata ha diritto di cittadinanza, ma con umiltà di­co che questa non è la nostra opinione. Auguro agli amici del centro sinistra la migliore sor­te, se ritengono di andare per quella strada». Niente di perso­nale con Vendola, assicura Casi­ni, anzi «mi ripugna il macabro toto-avviso di garanzia che ri­guarda Vendola. Per me tutti questi sciacalli che sperano di eliminare l’avversario politico sulla base della decisione di un magistrato mi fanno schifo». E se domani a Vendola, di cui Ca­sini apprezza il coraggio delle battaglie, «dovesse arrivare un avviso di garanzia – aggiunge ­per me non cambierebbe il giu­dizio: è una persona onesta e perbene». Casini spiega anche di non essere intressato ad «al­chimie, primarie e soldati: io ca­pisco che fare l’assessore è fon­damentale per 4 o 5 persone del mio partito, ma non per il popolo dell’Udc. Quindi, costo­ro possono già andare a schie­rarsi con il Pd o con il Pdl». La via maestra è quella di una de­strutturazione del bipolarismo: «Stanno scoppiando i conteni­tori tradizionali». Concetto ri­preso in mattinata da Ferdinan­do Adornato che aveva posto l’attenzione anche sul deficit delle classi dirigenti meridiona­li. Mentre Marcello Vernola ave­va parlato della necessità per la Puglia di una green economy. Chi volesse riascoltare gli inter­venti, potrà collegarsi con il si­to web «41Agenzia» che ha tra­smesso in diretta l’evento.

Lorena Saracino