«Il presidente è per me una persona perbene, ma non può impersonificare l’alleanza per il Mezzogiorno».
Il no ufficiale, netto e chiaro alla ricandidatura di Nichi Vendola a governatore è arrivato ieri, da parte di Pierferdinando Casini, leader dell’Udc, nel corso della conferenza programmatica regionale del partito che si è tenuta a Bari (fra gli ospiti anche Francesco D’Onofrio e Anna Larosa). Non ha usato mezzi termini Casini: «Il presidente Vendola – ha detto – è per me una persona perbene, ma non è compatibile per la sua storia personale e non può impersonificare l’alleanza per il Mezzogiorno a cui noi aspiriamo ». Chiuso un capitolo, quindi («Finiamola con questa telenovela »), se ne apre un altro. O più d’uno. Spetta, infatti, allo stato maggiore del Pd – nella riunione che oggi pomeriggio terrà alle 15,30 – esprimere, se lo riterrà, una nuova e convincente proposta di governo per una coalizione allargata ai moderati. Anche se il partito, spaccato in più tronconi, difficilmente troverà la quadra (inoltre è assente Emiliano ancora in Cina, ieri c’era il fratello agli stati generali). Diversamente, l’Udc costruirà un progetto proprio come ha già fatto con profitto nelle province pugliesi, in occasione delle passate amministrative, ha detto Casini. «C’è una strada maestra: è quella di andare da soli, senza opportunismi. Dobbiamo essere noi stessi ». Al Pd, dunque, restano ancora poche ore per decidere mentre, oggi, alla convention in Fiera c’è attesa per l’intervento del presidente Vendola. L’Udc è ben consapevole del peso determinante che gioca per l’esito della competizione elettorale e per questo avrebbe avanzato corpose richieste al Pd. Comunque, chiosa Casini prima di andar via, «se son rose fioriranno». Mentre, nell’area moderata c’è gia un candidato pronto a scaldare i muscoli: la senatrice di Io Sud , Adriana Poli Bortone (investita moralmente del ruolo, dalla platea, con un lungo applauso) che, però, cautamente afferma: «Aspettiamo ancora una quindicina di giorni per la decisione definitiva ». Una corsa che, se solitaria, sarebbe gradita al centro sinistra. Molto meno se, invece, fosse già chiuso l’accordo con il Pdl, come lasciano intendere alcuni neo parlamentari Udc. La partita, come si vede, è tutta in evoluzione per lo scudo crociato. Di sicuro, c’è soltanto il no a Vendola. «Noi vogliamo la discontinuità, bisogna girare pagina – ha spiegato Casini dal palco – e se non ci saranno condizioni nuove, saremo noi a determinare percorsi nuovi. Chi ritiene che questa regione sia stata ben amministrata ha diritto di cittadinanza, ma con umiltà dico che questa non è la nostra opinione. Auguro agli amici del centro sinistra la migliore sorte, se ritengono di andare per quella strada». Niente di personale con Vendola, assicura Casini, anzi «mi ripugna il macabro toto-avviso di garanzia che riguarda Vendola. Per me tutti questi sciacalli che sperano di eliminare l’avversario politico sulla base della decisione di un magistrato mi fanno schifo». E se domani a Vendola, di cui Casini apprezza il coraggio delle battaglie, «dovesse arrivare un avviso di garanzia – aggiunge per me non cambierebbe il giudizio: è una persona onesta e perbene». Casini spiega anche di non essere intressato ad «alchimie, primarie e soldati: io capisco che fare l’assessore è fondamentale per 4 o 5 persone del mio partito, ma non per il popolo dell’Udc. Quindi, costoro possono già andare a schierarsi con il Pd o con il Pdl». La via maestra è quella di una destrutturazione del bipolarismo: «Stanno scoppiando i contenitori tradizionali». Concetto ripreso in mattinata da Ferdinando Adornato che aveva posto l’attenzione anche sul deficit delle classi dirigenti meridionali. Mentre Marcello Vernola aveva parlato della necessità per la Puglia di una green economy. Chi volesse riascoltare gli interventi, potrà collegarsi con il sito web «41Agenzia» che ha trasmesso in diretta l’evento.
Lorena Saracino