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Il Pronto soccorso degli Immigrati

20 gli ambulatori a pieno regime: “nessuno viene denunciato”. La stragrande maggioranza sono clandestini: giunti in Italia e poi ammalati si affidano con tranquillità alle cure dei medici. Hanno rischiato la vita più volte per giungere in Italia in maniera clandestina, sono stati accolti o forse si sono rifugiati nei casolari abbandonati tra Foggia e Manfredonia, a Zapponeta, a borgo Tressanti o Lesina. Uno spiraglio di luce, soprattutto in tempo di influenza A, però, possono vederlo. Le migliaia di immigrati irregolari in Capitanata hanno a disposizione, infatti, ben 20 ambulatori, nel capoluogo dauno ma anche su Gargano, Monti Dauni e Tavoliere, nelle zone, cioè, dove la loro presenza è più concentrata e in paesi distanti da Foggia, come Vieste e Lesina. Li ha istituiti la Asl ad aprile del 2007 e fino ad oggi in essi hanno operato sia medici della continuità assistenziale, sia, in alcune aree ben limitate, come quelle dei monti dauni, i medici della medicina dei servizi. Dall’istituzione degli ambulatori STP, acronimo che sta per ”straniero temporaneamente presente”, ad oggi, gli immigrati che hanno fatto ricorso alle cure mediche sono stati circa 11.000, ma se si pensa che dall’inizio del 2009, soltanto a Foggia, la cifra ammontava a 5.574 persone, questo la dice lunga sull’incremento delle presenze in questi ambulatori dove nessuno ha paura di essere denunciato e in cui si accede soprattutto grazie al passa parola nei centri di accoglienza per strada, nelle mense de poveri e al centro per l’accoglienza dei richiedenti asilo di borgo Mezzanone, mio dei più grandi ed attrezzati d’Italia e che ospita, soprattutto in quest’ultimo periodo un migliaio di immigrati,la maggior parte dei quali nigeriani. Gli stranieri irregolari li utilizzano quasi come ambulatori di medici di base: dall’escoriazione alle vaccinazioni, tutto è possibile ed è richiesto. Un esempio seguito anche dai neocomunitari non in regola, che evitano il ricorso agli ospedali per le cure mediche, forse per paura di eventuali denunce, nonostante il piano regionale della salute abbia previsto che anche gli irregolari possano essere assistiti dai medici di base.
La Asl ha creato altri due ambulatori, con sede a Foggia, uno di etnopsichiatria e l’altro per le vittime di tortura, come le donne che hanno subito mutilazioni genitali femminili. Se il passaparola non bastasse — e a volte non è facile comunicare tra immigrati—il gruppo di lavoro, guidato dal sociologo Ennio P. Guadagno, ha fatto stampare 200mila brochure in 12 lingue (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, russo, arabo, cinese, romeno, albanese, polacco) e le ha distribuite sia negli ambulatori per l’assistenza di base, sia nei consultori familiari.
Piero Russo