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Mammografie, Puglia ultima Serve un progetto nazionale

Forte lo squilibrio tra Centro-Nord e Sud.

 

Solo una donna pugliese su 10 accede allo screening mammografico: 28.000 le donne coinvolte nel 2007, l’11,8 per cento delle aventi diritto. Un dato di gran lunga inferiore alla media nazionale: a quasi 20 anni dall’avvio dei programmi biennali di screening per la diagnosi precoce del tumore al seno, poco più del 60 per cento delle donne italiane aventi diritto riceve l’invito a sottoporsi all’esame mammografico.

Circa 3 milioni di donne non sono coinvolte. La percentuale di donne che accedono ai controlli periodici è fortemente squilibrata fra il Nord e il Centro da un lato, dove varia tra il 70 e l’80%, e il Sud e le Isole dall’altro, dove si supera di poco il 25%. La mancata adesione ai programmi di screening comporta un ritardo nella diagnosi di tumore al seno e diminuisce le chances della terapia, che oggi può portare alla guarigione in un numero crescente di casi.

Superare le differenze regionali nell’accesso allo screening mammografico è uno degli obiettivi della campagna Breast Friends for life e adesso è anche l’impegno di un gruppo di parlamentari, firmatarie di una mozione che chiede al Governo di promuovere l’omogeneità su tutto il territorio nazionale nell’accesso ai controlli periodici (la mammografia biennale per le donne tra i 50 e i 70 anni come previsto dai Lea).

La mozione è stata illustrata oggi a Roma, in occasione della consegna al vice ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, Ferruccio Fazio, da parte della Presidente di Salute Donna onlus, Annamaria Mancuso, delle oltre 10.000 firme del Manifesto Breast Friends for life nel quale sono sintetizzati i capisaldi della lotta contro il tumore al seno: informazione, diagnosi precoce, adesione alla terapia e supporto psicologico.