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Verso le Regionali 2010/ Pd, fumata nera sulla candidatura di Vendola

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Tante erano le attese che, alla fine, è stato partorito un rinvio. Ufficialmente erano troppe le defezioni dei convocati alla segreteria allargata di ieri per poter mettere insieme un numero adeguato di teste e decidere una volta e per tutte quale sarebbe stata la posizione del Partito democratico di Puglia: con Vendola o senza Vendola alle elezioni regionali di marzo?  E così via sms è stato fatto sapere che la riunione «è stata rinviata a data da destinarsi causa numerose indisponibilità». Certo, in un momento topico come l’attuale, che ci siano altri e più impellenti impegni a tenere lontani alcuni parlamentari dal tavolo di discussione convocato dal neosegretario Sergio Blasi desta più di un sospetto. E qualche mal di pancia.

Intanto, parte dell’anima Dl del partito (Democrazia e libertà, ex Margherita) dissente dal metodo e dagli eccessivi tentennamenti di quadri politici che danno la brutta impressione, all’esterno, di non sapere che pesci prendere. E poi Vendola, che venerdì ha annunciato la sua candidatura spiazzando rivali ma pure alleati, continua e raccogliere pubblici riconoscimenti e incoraggiamenti ad andare avanti. Dopo la fabbrica di Nichi, domenica scorsa, ieri a tributargli tutti gli onori è stata proprio una delle costole del Pd, quella dei giovani democratici, riuniti a Bari in assemblea. Il governatore, al suo arrivo nella sala dell’hotel Excelsior è stato accolto da un lungo e significativo applauso.

Il fatto è che la decisione non verrà presa neanche nelle prossime ore. A quanto pare si potrebbe soprassedere in attesa dell’esito dell’incontro che il segretario nazionale, Pierluigi Bersani, terrà con tutti i segretari regionali. L’appuntamento romano è fissato per martedì. La segreteria regionale allargata potrebbe tenersi immediatamente dopo.

In piedi ci sono non solo le questioni relative ai nomi dei possibili candidati, ma anche quelle, probabilmente più pressanti, delle alleanze attraverso le quali scalare i consensi elettorali: Udc e Idv, insieme, in questo momento rappresenterebbero una quota di almeno il 15%, ed entrambe hanno finora posto il veto sulla candidatura di Vendola. La sua ufficiale discesa in campo pone ora il Pd davanti alla scelta se inseguire gli alleati o sostenere Nichi. Oppure tentare una terza via: proporre un patto di coalizione sul programma, rimandando ad una seconda fase la scelta del candidato. Senza corse in avanti ma anche senza più veti da parte di nessuno.

Agli ex Dl non piacerebbe neanche l’idea di farsi dettare la linea da Roma, cosa che sarebbe letta come un’ ingerenza e, insieme, un segnale che non denota autonomia da parte della segreteria regionale. Chi invece non condivide questa posizione, pare convinto che solo una maggiore chiarezza del quadro nazionale (l’accordo Pd-Udc, in effetti, è nato in un quadro di possibili alleanze di livello sovraregionale) potrebbe consentire di avere un quadro più chiaro anche a livello regionale.

Tra quanti opterebbero per una soluzione rapida c’è l’assessore regionale alle Opere pubbliche, Fabiano Amati: «Il Pd della Puglia – dice – deve immediatamente dare il proprio sostegno a Nichi Vendola. Se non facciamo immediatamente questo gesto rischiamo di far schiantare il Pd e di dividerlo in mille atomi. Tutto il Pd deve essere contento del fatto che Vendola si sia candidato. ll Pd è un partito grande e deve fare da guida ai processi, non accodarsi. E poi non capisco su cosa ci si accapigli. C’è una norma dello statuto del partito che dirime ogni questione in caso di divisione sui nomi dei candidati da proporre. Parlo delle elezioni primarie».

Giuseppe Armenise