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Foggia/ Gestione dell’acqua, venerdì il convegno “La Puglia e il suo acquedotto”

Guerrera: “Un momento delicato per il futuro della risorsa acqua”

 

I rappresentanti della Regione Puglia, della Provincia di Foggia, dell’Acquedotto Pugliese, dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, dell’Ordine degli Ingegneri di Foggia e del Consorzio di Bonifica della Capitanata si incontreranno tutti venerdì prossimo per discutere della gestione della risorsa acqua. L’occasione è offerta da un convegno che si terrà presso il Tribunale della Dogana, il prossimo 27 novembre con inizio alle ore 18,00, dal titolo “La Puglia e il suo Acquedotto”. Dopo i saluti del sindaco di Foggia, Gianni Monelli, del presidente della Provincia di Foggia, Antonio Pepe e del presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Foggia, Gerardo Tibollo, introdurrà i lavori Massimo Clemente, coordinatore della commissione “Ambiente e Territorio” dell’Ordine degli Ingegneri di Foggia. In seguito, interverranno Vito Guerrera, assessore provinciale ai Lavori Pubblici, Guido D’Urso, ordinario di “Idraulica Agraria” dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Giuseppe D’Arcangelo, direttore generale del Consorzio di Bonifica della Capitanata e Antonio De Leo, direttore operativo dell’Acquedotto Pugliese. Concluderà i lavori, Fabiano Amati, assessore regionale ai Lavori Pubblici. <E’ un momento molto delicato per il futuro della risorsa acqua – ha dichiarato l’assessore Guerrera – Bisogna capire come cambia la proprietà dell’acqua visto che l’articolo 15 del nuovo decreto obbliga gli enti locali a mettere sul mercato la risorsa più importante del pianeta.> L’assessore fa riferimento al via libera della Camera dei Deputati al decreto legge “Ronchi” che contiene anche la privatizzazione della gestione dell’acqua. Una decisione che, nei giorni scorsi, ha scatenato una forte protesta da parte dei rappresentanti del Forum dei movimenti per l’acqua che si sono incatenati alla transenne antistanti Montecitorio. Il decreto sancisce che la proprietà dell’acqua resta pubblica anche se stabilisce che tutte le gestioni in house (ossia delle società su cui l’ente locale esercita un controllo molto stretto) devono cessare entro il 31 dicembre 2011 a meno che la società che gestisce il servizio non sia, entro questa data, per il 40% affidata ai privati.