La Cgil pronta a manifestare anche per i 24 milioni di ore di cassa integrazione.
Più di 44.000 licenziati (44.918), 7,209 indennità in deroga, 250 mila lavoratori precari e 24 milioni di ore di cassa integrazione. Questi i dati e gli effetti preoccupanti della crisi che sta investendo il Mezzogiorno, per cui lavoratrici, lavoratori, pensionate, pensionati, donne e giovani scenderanno in piazza, per chiedere al Governo, alle Regioni, agli Enti locali ed al Sistema delle Imprese, risposte concrete per affermare un nuovo modello di sviluppo sul terreno economico, ambientale istituzionale, e del mercato del lavoro.
Lo ha annunciato, il segretario generale della Cgil Puglia, Giovanni Forte, presentando il programma della manifestazione regionale: “Vogliamo combattere le diseguaglianze. Al Sud crescono le povertà, dovute anche all’esodo dei ‘cervelli’ che, non trovando una collocazione nel Mezzogiorno, si spostano a Nord. Sarà una ‘giornata di lotta delle regioni del Sud’: 7 capoluoghi di regione e di provincia del Mezzogiorno (Chieti, Campobasso, Napoli, Bari, Potenza, Cosenza, Messina) ospiteranno una mobilitazione, che proporrà, a tutto il paese, la dimensione nazionale della questione meridionale.
Ogni capoluogo infatti, sarà gemellato con una regione del Nord ’Italia, e quindi raggiunto da una delegazione di lavoratori, in particolare la Puglia, sarà gemellata con l’Emilia Romagna. – Forte, ha poi concluso – Non è vero che la crisi si sta allontanando, e quindi rivendichiamo interventi concreti alla Regione per un’inversione di tendenza ed una politica industriale capace di attrarre investimenti”.
L’iniziativa dunque vuole permettere di creare delle joint-venture tra i lavoratori di questi comuni, con lo scopo di chiedere aiuti a proporre iniziative al Governo centrale, intercettando fondi e nuove opportunità occupazionali.
La Cgil chiede: un piano pluriennale d’interventi, con dotazioni finanziarie del Ministero dell’Ambiente, per la messa in sicurezza del territorio e per il recupero delle aree inquinate e dei siti industriali dimessi, una politica industriale che pensi al Mezzogiorno in termini innovativi ed in rapporto con i paesi emergenti del Mediterraneo, la realizzazione di moderne infrastrutture: aeroportuali e ferroviarie, il diritto al lavoro, spesso negato al Sud, soprattutto ai giovani ed alle donne, e che il Governo nazionale, apra al più presto, un tavolo con le parti sociali, le Regioni e gli Enti locali meridionali per assumere decisioni capaci di rispondere alla domanda del Paese .