Il magistrato possibile candidato Pdl alla Regione: «se cercate l’antagonista di Vendola rivolgetevi a Emiliano».
«Nella mia Puglia sono tornato spesso… Solo chi non voleva vedermi non mi ha visto». Stefano Dambruoso, venerdì scorso ad Andria, a margine dei lavori di un convegno sul tema della sicurezza organizzato dal Pit (Programma integrato territoriale) di cui il popoloso centro della sesta provincia è comune capofila, anche se attraverso pochi e misurati concetti ha rotto il silenzio sulle cose della politica. Un silenzio che durava da tanto tempo ma che non gli ha impedito di farsi un’idea precisa anche del livello di gradimento intorno al suo nome.
Il magistrato, che da mesi viene indicato come il possibile candidato del centrodestra alla presidenza della Regione, ha lanciato segnali all’interno del proprio campo di gioco e in quello avversario. Efficace, sotto questo profilo, la battuta affidata ai cronisti che al suo arrivo si raccoglievano all’ingresso dell’Hotel Ottagono: «Io il candidato del Pdl per le regionali? Non lo chiedete a me ma ai livelli romani, piuttosto ». «Per trovare l’antagonista di Nichi Vendola dovete rivolgervi a Michele Emiliano » ha poi detto in riferimento alle ultime vicende interne al centrosinistra, parole che danno anche il senso del disagio e del disorientamento che si vivono in questi giorni anche all’interno del Pdl che, pur avendolo indicato come candidato governatore in tempi non sospetti, non ha compiuto ulteriori passi in questa direzione. Più tardi Dambruoso ha poi aggiunto al Corriere : «Non sono qui per parlare di politica ma di sicurezza. Ho commentato quanto accade nel centrosinistra solo per aver letto quanto riportato dai giornali, che vorrebbero il Pd propenso verso la candidatura di Emiliano. Lui è un magistrato entrato in politica da tempo, potrà far bene».
Dambruoso è però voluto andare oltre: «Mi sento — ha infatti detto — di esprimere la mia solidarietà anche al presidente Vendola: non ha fatto così male da meritare un trattamento di questo genere». Questo non significa che abbia fatto bene. Ed infatti il candidato del centrodestra in pectore non ha mancato di sottolineare come lo stesso Vendola «sia criticabile per l’amministrazione della Puglia posta in essere negli ultimi cinque anni». Quanto al «caos calmo» che pure vige all’interno del Pdl, Dambruoso, vincendo l’iniziale diffidenza verso l’argomento e la prudenza dettata dal momento, non ha potuto mancare di togliersi qualche sassolino dalle scarpe quando ha dichiarato il suo «attaccamento molto forte per questo territorio » e le proficue relazioni intrattenute nonostante lavori da anni fuori dalla Puglia, relazioni di reciproco affetto «dimostrate anche dal premio ritirato di recente a Margherita di Savoia». Questo per rispondere in qualche modo a quanti, anche all’interno dello schieramento che dovrebbe esprimerlo, sostengono ancora oggi che non sarebbe forse il nome più adatto per fare presa sull’elettorato pugliese.
Un «partito » di una certa consistenza, se è vero (come è vero) che, fra tutti i maggiorenti del Pdl, l’unico che gli si è fatto incontro ad Andria per un saluto è stato il consigliere regionale del posto, l’ex assessore della giunta Fitto, Nino Marmo. Dambruoso, ad ogni modo, non ha dimostrato di demordere. E se è vero che alla domanda «ma lei sarà candidato o no?» ha risposto «chiedete a Roma» è anche vero che ha congedato il suo interlocutore con un eloquente «credo di non dover fornire ulteriori esempi della passione civile che ho dimostrato nel servire le Istituzioni». Che è quanto dire sulla sua determinazione.
Piero Rossano