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Mannocchio: “I grandi gruppi devono impegnarsi a destagionalizzare”

«Da ciò che si è potuto desumere, nell’incontro promosso dall’Amministrazione comunale di Vieste, il Gruppo Marcegaglia è un’azienda non solo non disposta ad ascoltare quello che viene detto ma assolutamente interessata a disimpegnarsi sul fronte del risorse umane sul territorio garganico».
Per il personale, prima l’Hotel Pizzomunno con la Valtur poi il Centro Vacanze Pugnoshiuso, hanno intrapreso un discorso di esternalizzazione. Sono casi isolati o nel turismo iniziative che portano alla precarietà occupazionale per il personale potrebbe divenire la regola?
«Ormai sta diventano la regola. Nel settore turistico la tendenza è ad esternalizzare non i servizi perché questi vengono gestiti dai «gruppi madre» delle strutture ricettive ma ad esternalizzare le risorse umane che devono diventare un costo inferiore anzi un costo annullato rispetto ad altre esigenze che le aziende hanno di fare utili e basta».
Le motivazioni che l’azienda ha portato a sostegno dei licenziamenti ritenete come sindacato che possano essere impugnate?
«Sono assolutamente insostenibili le motivazioni perché parlano di una abbassamento della stagionalità, cosa che non è assolutamente vera perché dal 2001, data in cui il Gruppo Marcegaglia ha rilevato dalla Snam la struttura di Pugnochiuso, tale riscontro di calo non c’è mai stato. In questo senso lanciamo un invito, invece, ad un gruppo come quello presieduto da Emma Marcegaglia, attuale presidente di Confindustria, a pensare che in Puglia, soprattutto nel Gargano, vanno fatti ragionamenti all’inverso. Ovvero un impegno dei grandi gruppi turistico-imprenditoriali a destagionalizzare il turismo in un territorio che potrebbe avere le carte in regola per fare non solo qualità nel settore ma anche molti guadagni».
Un’altra struttura turistica, gestita da gruppi imprenditoriali esterni al territorio e che sta vivendo periodi travagliati, è l’Hotel Pizzomunno. La Valtur della famiglia Patti ha tolto le proprie insegne all’albergo ed ha lasciato. Avete notizie su un nuovo soggetto che gestirà la struttura?
«Noi non abbiamo ancora notizie in tal senso. Sappiamo che a livello nazionale c’è una trattativa tra le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil di categoria perché il gruppo Valtur si trova in una fase di gravissima crisi per cui chiaramente si sta cercando di gestire tutta la parte che riguarda gli ammortizzatori sociali per i dipendenti delle strutture turistiche nazionali del gruppo. Siamo a conoscenza di questa forte crisi da cui il gruppo non riesce più a riprendersi.  Perciò è tutta in salita la trattativa con la Valtur soprattutto perché sui tavoli nazionali c’è un fortissimo interesse a tutelare tutte le maestranze che provengono da quel gruppo».
Tornando alla vicenda dei licenziamenti a Pugnochiuso, per quella che è la sua esperienza, ritiene che ci siano margini di trattativa con la proprietà o la rigidità mostrata nell’incontro non sia modificabile?
«La posizione da parte dell’azienda è certamente rigida. Noi pensiamo però che questo atteggiamento debba venir meno perchè ci sono tutti i presupposti per cui sette unità, che sono davvero il minimo per assicurare un servizio di qualità a Pugnochiuso, debbano rimanere e non possano essere mandate al macero».