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Finiti gli sprechi: in Puglia 169 depuratori

Vendola: “L’ultimo gioiello dell’avanguardia a Noci”. Soddisfatto il presidente della giunta regionale: “Nel 2005 erano soltanto 69”.

 

“Il salto da un passato di sprechi a una condizione di assoluta modernità. Un gioiello della depurazione all’avanguardia nel mondo”. Così il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, inaugurando ieri mattina il nuovo impianto di Noci a circa 4 chilometri dal centro urbano (contrada Monitilli).

Il secondo dopo quello di Locorotondo ed è uno dei 40 presi in gestione dall’Aqp, che accollandosene le spese alleggerisce i bilanci comunali. Ha l’aspetto di un’azienda agricola tipica della Murgia del sud est Barese. Sostituisce il vecchio depuratore. Costruito con tecniche avanzatissime, alimenterà un invaso artificiale destinato ad uso irriguo, costruito circa una ventina di anni fa e diventato stazione di passaggio della fauna migratoria.

Un impianto da 100 milioni di euro che, nel pieno rispetto della macchia mediterranea e dei boschi di querce e roverelle, contribuirà allo sviluppo agricolo della zona consentendo la depurazione del 95% dell’acqua. Vendola: “Il 75% dell’acqua che compriamo, direttamente o indirettamente serve per usi irrigui. Viceversa nel 2005 abbiamo trovato una situazione kafkiana: impianti costati centinaia di milioni non funzionanti, mancavano le opere di collettamento ai recapiti finali, a volte mancavano i recapiti, a volte solo l’adeguamento alla 626 (legge sulla certificazione ambientale e sicurezza, ndr), una recinzione, un muretto, un’opera elementare.

Il tema dei recapiti finali è fondamentale per la Puglia che per il 60% della superficie non ha fiumi e ruscelli (depuratori naturali). Abbiamo evitato che il grosso della depurazione avesse come recapito finale il mare, oltre alla beffa ci sarebbe stato il danno”. E sul depuratore consortile di Sava- Manduria (nel Tarantino): “Una situazione incresciosa su cui stiamo per sciogliere un nodo antico”. In proposito l’assessore pugliese alle Opere pubbliche, Fabiano Amati:

“L’Acquedotto pugliese ha depositato oggi (ieri, ndr) il progetto, nelle prossime ore verrà approvato dal commissario per l’emergenza, lo stesso Vendola e l’Aqp bandirà la gara per la realizzazione dei lavori. Una cosa importantissima visto che la popolazione di Sava si serve ancora di autobotti per smaltire la fogna. Nel 2009 sono 169 gli impianti di depurazione adeguati per limiti allo scarico e recapito finale, contro i 69 del 2005.

La nostra politica è stata quella di dimettere via via quasi tutti gli impianti a trattamento primario, quelli obsoleti, dimessi in numero notevole quelli a trattamento secondario e fatto investimenti per quelli a trattamento terziario, cioè quelli tecnologicamente avanzati, sofisticati e perciò costosi che fanno venir fuori un refluo simile a quello dell’acqua potabile”. “In Puglia – ha aggiunto Vendola – l’emungimento dei pozzi ha fatto sì che la falda si avvicinasse a fenomeni di salinizzazione.

Solo con l’uso e il ri-uso per l’irrigazione si arriva ad avere dei servizi tenendo alta la bandiera dell’ambiente e del patrimonio paesaggistico”. Amati: “Una materia che sembra non sedurre perché scorre nel sottosuolo. In realtà è la ma-teria che seguita con attenzione dà luce a ciò che sta sul suolo”. Maria Atonia Iannarelli, dirigente servizio Tutela delle acque ha annunciato che sono stati finanziati e appaltati gli impianti di Casamassima e Parabita.