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A Vieste tutti contro il ‘pizzo’

Costituita la prima associazione antiracket di Capitanata.

 

Titolari di attività commerciali, imprenditori, piccoli esercenti, donne e uomini coraggiosi. Insieme, oggi, per segnare un punto a favore nella lotta al pizzo e all’usura. A Vieste si combatte il racket. Oggi la costituzione dell’Associazione Antiracket, la prima in Capitanata. Ventisette operatori economici – presieduti da Giuseppe Mascia – che hanno deciso di assumersi una responsabilità diretta. Una strada verso la legalità in una realtà economica attrezzata e prestigiosa: il Gargano che rappresenta il principale polo turistico d’Italia. "Oggi è una giornata importante, a condizione che non la si consideri un punto di arrivo, ma di partenza: lo ha affermato il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, a margine della cerimonia per la firma di un protocollo per la costituzione dell’ associazione antiracket. Il trasferimento anche in questo territorio, ha aggiunto, del cosiddetto modello Caserta, cioè un coordinamento stretto tra forze di polizia, autorità giudiziaria insieme con i vertici nazionali delle forze dell’ordine e con rinforzi significativi, sta ‘producendo e produce esiti molto concreti, in termini di incremento della repressione, di arresti e di sequestri di beni’. ‘La costituzione di questa associazione – ha insistito Mantovano – è il segnale che la gente reagisce, con consapevolezza e non in modo disordinato e, tra l’altro, l’affiancamento al momento della costituzione della Federazione antiracket italiana è un momento di serietà e di responsabilità". E’, dunque, un’associazione che sorge dalla gente e lo Stato – ha sottolineato Mantovano – risponde con erogazioni sempre più veloci di mutui alle vittime di racket ed usura. "Si tratta di far sì che le risorse presenti nel fondo racket e nel fondo usura – ha detto il sottosegretario – non arrivino quando è troppo tardi perchè anche solo qualche mese d’attesa può compromettere la ripresa di un’attività imprenditoriale o può far sì che il rischio usura diventi realtà dell’usura con le conseguenze in termini di pignoramento e di fallimento". Un’associazione che non è un modello di eroe solitario, così come lo fu Giovanni Panunzio – ricordato stamani da Tano Grasso del FAI – Federazione antiracket italiana – questo è un chiaro segnale che la lotta alla criminalità si combatte con l’associazionismo. "Non bisogna essere soli nè isolati – ha detto Tano Grasso; non bisogna trovarsi nella condizione in cui quel 6 novembre 1992 si trovò Giovanni Panunzio. Bisogna – ha proseguito – essere in tanti, bisogna essere una realtà collettiva perchè quando si è in tanti – ha chiosato Grasso – nessuno è oggetto di rappresaglia. Le associazioni antiracket sono nate con questo obiettivo e in 20 anni di storia sono riuscite ad assicurare a chi ha denunciato la salvaguardia della propria sicurezza personale".