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L’Arpa: il 5,2 per cento dei cibi pugliesi è contaminato

Uva, pesche e grano tra gli alimenti più inquinati.

 

I pugliesi mangiano bene anche se leggermente peggio dell’anno precedente. In sintesi sono questi i risultati del ‘Controllo Ufficiale degli alimenti’ per il 2008 presentati dall’Arpa regionale. Balza agli occhi subito il dato complessivo, in lieve aumento rispetto al 2007. Il 5,2% dei campioni esaminati infatti è risultato non conforme, rispetto al 4% registrato 12 mesi prima.

Valori che comunque sono in linea, tutto sommato, con la media nazionale (4,7%), ma nettamente più alti rispetto alla media europea dell’1,1%. I campioni esaminati provengono principalmente dai attività di committenza per enti come Asl e Nas. Un lavoro indicativo sullo stato della produzione di cibi nella nostra regione.

Il caso più frequente di non conformità è dovuto alla presenza di muffe (38%), quindi troviamo insetti, batteri, corpi estranei e lieviti. Variegata anche la tipologia degli alimenti nel quale è stato trovato almeno un residuo chimico vietato. Al primo posto c’è l’uva, con il 16% dei casi quindi le pesche (13,4%), il grano (10,1%), le patate e le mele.

Quasi intatti invece cetriolini, kiwi, funghi, piselli, pompelmi, finocchi, fagiolini, banane e peperoni: per tutti solo lo 0,8% dei prodotti non era conforme. I dati si riferiscono a prodotti che presen-tano residui oltre i limiti. Il 28,1% dei campioni esaminati (273) presentano comunque agenti chimici. Per il direttore dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato, c’è la “necessità di controllare in maniera rigorosa questi prodotti.

La situazione generale è contenuta. I valori sono sostanzialmente accettabili. Se la ricerca venisse fatta su più principi attivi siamo convinti che si troverebbero più residui”. Un occhio particolare, secondo Assennato, è da riservare a quei prodotti da importazione (ad esempio da Cina e Turchia), realizzati in Paesi dove le leggi permettono un inquinamento maggiore rispetto alle severe norme dell’Unione Europea. Da notare comunque che in queste analisi vengono sottolineati quei cibi che superano il valore massimo consentito per un principio attivo.

Ad esempio, si possono avere tanti differenti tipi di pesticidi per coltivare un frutto: basterebbe che uno di questi ‘veleni’ non superi il limite per avere un prodotto regolare. Assennato ha poi annunciato l’implementazione della struttura di analisi dell’Arpa , facendo diventare i laboratori strutture accreditate, corrispondenti ai parametri Ue. Un sistema multisito che comprenda i centri di Bari, Brindisi e Foggia, che nel 2010 dovrebbero agire come un’unica struttura, altamente qualificata per controllare ancora meglio i cibi e fornire le garanzie a tutti i consumatori.