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Capodogli la Provincia vuol conservare in un museo uno dei sette esemplari

L’amministrazione provinciale di Foggia vorrebbe per i suoi musei uno scheletro dei sette capodogli che si sono arenati sulle coste del Gargano davanti alla spiaggia di Capojale. Una idea che piace al presidente della provincia Antonio Pepe. «L’obiettivo — spiega il presidente — è quello di conservare il più possibile le carcasse dei capodogli sia perché possano essere a disposizione per le ricerche dei biologi e sia perché un domani uno degli scheletri potrebbe essere ospitato in uno dei nostri musei. Ancora non sappiamo quale potrebbe essere la location migliore perché stiamo parlando di animali lunghi anche oltre dieci metri». Ma a Foggia c’è già un museo di Storia naturale e un altro del Territorio.
E anche per questo motivo, secondo quanto emerso da un tavolo tecnico che si è svolto ieri sera a Foce Varano, l’idea è quella di smaltire le carcasse dei capodogli in una cava del Gargano: qui i biologi e gli esperti del Centro Nazionale Studi sui Cetacei effettueranno l’autopsia e gli altri esami sulle carcasse dei cetacei, per verificare le cause dello spiaggiamento e della successiva morte.
Subito dopo le carcasse saranno interrate: trascorso un periodo di tempo, compreso tra i sei e i dodici mesi si potrebbe iniziare il lavoro per riportare alla luce gli scheletri, uno dei quali potrebbe rimanere in Capitanata. Fino alla tarda serata di ieri dei sette capodogli spiaggiati uno solo era ancora in vita, anche se agonizzante. Secondo i biologi il cetaceo non ha speranze e per questo ieri era stata avanzata al ministero dell’Ambiente la proposta di abbatterlo: proposta rifiutata poiché quello dell’Ambiente non è il settore che decide in queste materie; la competenza infatti è del dicastero della Salute che non ha ancora dato una risposta. Giovedì sera erano in tutto nove i cetacei che si erano spiaggiati sulle coste adriatiche della provincia di Foggia: venerdì mattina, mentre erano già al lavoro tecnici ed esperti per capire cosa poter fare per aiutarli, due capodogli sono riusciti a prendere il mare aperto e a salvarsi.
Intanto ieri pomeriggio sono iniziate — con una gran folla di spettatori — ma terminate dopo pochi minuti, le operazioni per trasferire le carcasse dei capodogli nella cava. I cetacei sono stati legati ai denti di due escavatori ma i mezzi meccanici hanno potuto percorrere solo qualche metro a causa della mole dei mammiferi, visto che ogni cetaceo pesa tra le 12 e le 15 tonnellate. Per questo motivo l’assessore all’Ambiente della provincia di Foggia, Stefano Pecorella, ha chiesto al prefetto Antonio Nunziante un incontro urgente con la protezione civile per verificare come poter trasferire i capodogli che, da ieri sera, non sono più in mare ma sulla spiaggia del litorale di Capojale. L’alternativa per smaltire le carcasse potrebbe essere quella di sezionarle e di incenerirle: una ipotesi che, in realtà, non piace a nessuno e soprattutto ai biologi che stanno lottando per conservare gli scheletri che per loro rappresenterebbero fonti importantissime per i loro studi. Ma l’assessore Pecorella ha sottolineato anche di essere costantemente in contatto con la Regione Puglia e il ministero dell’Ambiente anche per quel che riguarda i costi per lo smalti- mento delle carcasse. Secondo alcuni dati forniti nel corso del tavolo tecnico di ieri sera il costo si aggirerebbe intorno ai 78 centesimi al chilogrammo ossia quasi dodicimila euro per ogni cetaceo (più di 80 mila per tutti e sette) che si è spiaggiato sulla costa garganica.
Luca Pernice