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Capodogli morti: avevano ingerito plastica scambiandola per calamari

Quattro su sette con lo stomaco colmo di buste e scatolette. I capodogli spiaggiati sono morti perché avevano ingerito di tutto di più. Buste di plastica, pezzi di corda, scatolette e contenitori di vari materiali sono stati trovati nello stomaco di quattro dei sette mammiferi ritrovati in località Foce Varano, sul Gargano, in Puglia. La scoperta è stata compiuta dal professore Giuseppe Nascetti, pro-rettore dell’università della Tuscia, ritenuto uno massimi esperiti mondiali di parassitologia ed ecologia marina, chiamato come esperto a valutare le cause dello spiaggiamento e della successiva morte dei cetacei.
Secondo il professor Nascetti, i capodogli potrebbero aver scambiato gli oggetti trovati nei loro stomaci per calamari, unico cibo di cui si nutrono. «Quello che sembrava il capobranco – spiega l’esperto – ne aveva lo stomaco colmo. Un po’ meno gli altri tre. Ma la morte di tutti e sette gli esemplari è riconducibile al fatto che i tre capodogli che non avevano ingerito oggetti di plastica abbiano seguito il capobranco andando come lui a morire sulla spiaggia. Un comportamento legato allo spirito gregario ai gruppi di giovani maschi». Nei prossimi giorni Nascetti invierà una dettagliata relazione sui risultati dei suoi rilievi sulle carcasse dei capodogli alle autorità pugliesi e al ministero dell’Ambiente. Nascetti ha ipotizzato anche le ragioni che potrebbero aver «ingannato» i capodogli, facendo loro scambiare per calamari le buste di plastica e gli altri oggetti trovati nei loro stomaci . «Ritengo – spiega – che siano stati disturbati dall’intenso traffico delle navi nell’Adriatico. E non solo quelle militari con i loro sonar. Alcune grandi imbarcazioni eseguono ricerche di idrocarburi al di sotto dei fondali marini emettendo forti ed improvvisi rumori che interferiscono con i sistemi di ricerca di cibo dei capidogli disorientandoli». Per Nascetti tutti gli spiaggiamenti di cetacei che avvengono sono riconducibili all’inquinamento materiale e acustico che, dopo la terraferma, sta invadendo anche i mari.