La candidatura a governatore del magistrato Dambruoso sembra aver preso una china discendente.
Il Partito democratico temporeggia, non sa che pesci prendere in vista delle prossime elezioni regionali e la destra se ne avvantaggia nella trattativa con l’Udc. Sabato, nell’incontro con i giornalisti nella sede regionale del Pdl, il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, ha mostrato un’aria soddisfatta dopo la chiacchierata con i parlamentari e i consiglieri regionali: «Mi auguro che la prossima settimana possa cominciare un confronto di merito con Udc e Io Sud dal punto di vista politico, definendo anche un quadro programmatico». Fitto è apparso così ottimista sulla possibilità di un percorso condiviso con il partito di Casini che – ha spiegato – di aver chiesto un rinvio a Roma per le decisioni sulla Puglia, nella riunione dell’ufficio politico di mercoledì scorso indetta per definire le candidature. La Puglia è infatti l’unica regione rimasta ancora senza l’indicazione del candidato governatore, insieme alla Campania.
«È chiaro che siamo in una fase nella quale quanto prima riusciamo a definire le soluzioni meglio è». E lunedì potrebbe essere proprio il giorno decisivo per fare chiarezza, dopo il definitivo responso del Pd all’Udc nella riunione di partito fissata in Puglia alla presenza di Massimo D’Alema. Riunione che si annuncia tutt’altro che facile. Di qui l’ottimismo cauto del ministro che già ieri ha cominciato a parlare di possibili programmi comuni con i centristi: «Ritengo che abbiamo bisogno di un pò di giorni per scrivere un programma serio, credibile e condivisibile che possa superare anche posizioni divergenti che pure ci sono state fino ad oggi». Dalle linee programmatiche al nome del candidato governatore il passo è breve, ma il ministro frena: «Prima il programma, poi decideremo i nomi».
Tuttavia, nonostante le reticenze, filtra l’indiscrezione che la candidatura a governatore del magistrato Stefano Dambruoso, fino ad oggi sul tavolo, abbia preso una china discendente: resterebbe in piedi solo in caso che il Pdl corresse da solo. In caso di accordo con l’Udc cioè in caso di vittoria quasi certa – il nome ventilato da Fitto a Casini sarebbe invece quello del fidatissimo vicesegretario regionale del Pdl, Antonio Distaso. Il ministro, sul tema, non lascia trapelare nulla: « Se oggi ci presentassimo con la scelta già fatta ai nostri potenziali alleati commetteremmo un grosso errore». Se la trattativa con l’Udc dovesse andare a buon fine, il problema più grosso resterebbe quello della tenuta complessiva dell’accordo. Specie in Puglia, dove in molte amministrazioni l’Udc governa con il Pd. Senza contare la posizione critica assunt da Casini verso la Lega e le tante scelte del Governo centrale. «Siamo convinti che le cose non si fanno dalla mattina alla sera e in modo semplice – ha ammesso ieri Fitto – l’Udc ha una posizione di opposizione rispetto al governo nazionale; alcuni temi, dal federalismo al Mezzogiorno, meritano un approfondimento specifico e costruire un’alleanza sulla quale poter basare il futuro governo di una delle più importanti Regioni del Mezzogiorno, non può che passare da un punto di sintesi che politicamente e programmaticamente dia anche una prospettiva certa e, quindi, renda credibile il percorso che con Udc e Io Sud vogliamo costruire».
Per la chiusura di questo accordo, Fitto conta sia «sul giudizio totalmente negativo che l’Udc ha espresso in più circostanze nei confronti della attuale giunta regionale e del presidente». Sia «sulle accuse e gli insulti che in alcune circostanze il presidente della Regione ha rivolto all’Udc, come quelle nei confronti del senatore Cuffaro o su alcuni argomenti specifici ( i presunti interessi di Caltagirone, suocero di Casini, per Aqp n.d.r. ) ». Tutti punti che costituiscono, per Fitto, «una buona base per comprendere quanto sia necessario per questa regione costruire un’ipotesi di governo alternativa all’attuale quadro regionale».
Lorena Saracino