L’ex sindaca: «Non tiratemi per la giacchetta». Casini: «Aspetto che il Pd ufficializzi la candidatura».
In una Camera praticamente deserta è facile che i deputati, anche i leader di partito, si lascino andare, spiegando davvero cosa pensano di questo e di quello. Così ieri Pierferdinando Casini, ai suoi interlocutori democratici, ha spiegato come stanno le cose: «Io in Puglia voglio allearmi con voi, anche se c’è Nichi Vendola in campo. Però lo volete capire che proprio non posso permettermi di sostenerlo, perchè altrimenti perderei in tutt’Italia? ». Il leader Udc nonostante tutto, nonostante quello che sta accadendo a Bari e dintorni, tiene ancora ferma la posizione, non rompe l’accordo siglato con il suo interlocutore principale, Massimo D’Alema. «Io credo davvero a un progetto nuovo, non sono Mastella, gli impegni presi li mantengo. E, quindi, ragiono a lungo termine, penso ad un accordo con il Pd di lungo respiro e per questo in Puglia aspetto che voi ufficializzate la candidatura per le regionali. Se mi proponete Francesco Boccia io dico sì, se mi proponete Michele Emiliano dico sì. Emiliano, certo, sappiamo tutti come è fatto, ma lui ha più possibilità di altri».
Dunque l’Udc sta ancora a guardare, nonostante dal Pdl si insista nel dire che l’accordo con Casini sia questione di giorni. Invece l’Udc – chiosavano alcuni degli uomini più vicini al leader – vuol capire se la candidatura del sindaco barese, lanciata dal segretario pd Sergio Blasi, sia vera o meno. Se, cioè – come spiegavano in largo del Nazareno, sede del Pd nazionale – ha ottenuto il via libera da Pierluigi Bersani o, invece, sia stato un modo «per far venir allo scoperto Emiliano, che non fa altro che attaccare il segretario e il presidente Vendola». Il quale – si osserva dalle parti dell’Udc – nella nota di risposta a Blasi ha usato toni dialoganti con i centristi. Anche per questo Casini in Puglia prende tempo, mentre conferma il sostegno a Polverini e Chiaravalloti, candidati Pdl in Calabria e Lazio, e ipotizza un accordo con il centrosinistra in Campania. A questo punto nessuno giura più su nulla. La stessa Adriana Poli Bortone, leader di Io sud, avrebbe ammesso che il centrodestra è la sua casa e che sarebbe felice per una candidatura alla presidenza della Regione con queste insegne. Ma ha anche ricordato che all’alleanza con il centrosinistra e con l’Udc è stata spinta proprio da chi a destra le ha fatto la guerra.
Il riferimento, senza nominarlo, è a Raffaele Fitto, il quale ieri – rispondendo ad un appello di Luciano Sardelli, deputato Mpa – ha ammesso di non avere «preclusioni per nessuno ». Sardelli, «a fronte di una sinistra divisa su tutto e impegnata a camuffare il fallimento del governo Vendola», ha auspicato che Berlusconi e Fitto nel nome di Pinuccio Tatarella candidino Poli Bortone. E il ministro ha risposto: «Noi anteponiamo le scelte politico-programmatiche ai nomi, per i quali abbiamo le nostre indicazioni, ma evidentemente siamo disponibili al confronto con le altre forze politiche, in particolare Udc e Io sud, senza preclusione alcuna». Insomma, il Pdl è pronto a «sacrificare» il nome di Stefano Dambruoso sull’altare di una alleanza ampia, in grado di vincere. Anche per questo Poli Bortone ha detto a Emiliano, che l’ha cercata: prima di tirarmi per la giacchetta aspettate che parli con i miei. E allora, cosa accadrà, in che direzione si va? «Si va verso il Natale, anche se non è buona cosa perdere altro tempo. Ogni giorno che passa tutto diventa più difficile», è il commento del senatore pd Nicola Latorre.
Rosanna Lampugnani