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Verso le Regionali 2010/ Pd, Emiliano si sfila dalle primarie. Fari accesi su Boccia

La mossa, sebbene prevedibile, ha sorpreso tutti: il sindaco di Bari Michele Emiliano, con una lettera al segretario Pd Sergio Blasi, ha annunciato di volersi ritirare dalla sfida delle primarie col presidente della Regione uscente Nichi Vendola. Decisione, questa, che ha fatto saltare sulla sedia sia i Democratici che gli alleati convocati giovedì scorso da Blasi per mettere a punto nei due tavoli, tecnico e politico, i dettagli delle primarie e quelli relativi alla legge elettorale. La svolta di Emiliano è arrivata dopo che il sindaco e presidente del Pd ha incassato i vari «no» ai due paletti che aveva posto per la sfida ai gazebo con Vendola: la data del 24 gennaio (Nichi sollecitava il 17) e , soprattutto, la modifica alla legge regionale che sancisce l’ineleggibilità dei sindaci, che sarebbe entrata in consiglio regionale il 19 gennaio. Da Roma a Bari il coro unanime del Pd è stato contro leggi «ad personam», che il sindaco invece rivendicava onde non destabilizzare il Comune. Ed ora, con il suo ritiro dalle primarie, non solo tramonta la modifica alla legge, osteggiata anche dal Pdl e Vendola e a questo punto non più necessaria, ma si ingarbuglia il quadro dell’alleanza che il Pd sta cercando con Udc e Idv, dopo i veti posti sulla ricandidatura di Nichi.

Lunedì il «caso-Puglia» sarà esaminato in una riunione che i coordinatori dei parlamentari Vico e Maritati, il capogruppo alla Regione Maniglio e il segretario Blasi terranno a Roma con Bersani; martedì, invece, summit in casa Udc tra i parlamentari pugliesi, il coordinatore regionale Sanza e i leader del partito Cesa e Casini.
Difficile fare previsioni ma ormai, tramontata l’ipotesi che il Pd faccia le primarie, è probabile che D’Alema e Bersani cerchino di tenere in piedi il patto con l’Udc tirando fuori un terzo nome (il deputato Francesco Boccia è il più papabile) onde suggellare l’intesa e smarcarsi dal governatore uscente. Diversamente, la convergenza del Pd su Vendola – e l’addio all’alleanza coi centristi – sarà inevitabile, col conseguente accordo di Casini col Pdl di Fitto. Il capodanno non è stato dei più felici soprattutto per il segretario Blasi: a molti la mossa del presidente Pd è sembrata anche una resa dei conti proprio con lui, il sindaco di Melpignano che lo aveva sconfitto nella corsa alla segreteria del partito: Blasi, nonostante la linea del partito fosse diversa, aveva insistito per arrivare all’appuntamento delle primarie, evento scoppiatogli in mano dopo la veloce giravolta del sindaco di Bari.

E a Roma, dove il «caso-Puglia» è diventato un bel problema, la gestione di tutta la partita – oggettivamente difficile – di queste settimane non è piaciuta affatto. Che tra i due, Michele e Sergio, non scorra buon sangue lo dimostra anche la vicenda della lettera del sindaco. Emiliano avrebbe voluto tenerla riservata, mentre il segretario Pd l’ha resa pubblica poche ore dopo averla ricevuta. Quanto alle interpretazioni, Emiliano non ci sta acché la sua lettera venga presa come una ritirata spagnola dopo una fuga francese in avanti verso le regionali. «Non mi pare proprio che la mia lettera possa essere interpretata come una rinuncia ad alcunchè: si tratta solo di considerazioni politiche che riservatamente avevo trasmesso al segretario del mio partito. Sono dell’opinione che questa partita non è la mia, bensì del presidente uscente che adesso deve decidere se consentire la formazione di un’ampia coalizione indicando un altro candidato oppure se ritiene la sua candidatura indispensabile, raccogliere la coalizione più corta e cominciare immediatamente la campagna elettorale. Nella lettera ho cercato innanzitutto di ripristinare la verità: tutto quello che ho fatto mi è stato chiesto dal mio partito per ragioni che io ritengo giustificate. Ma la mia generosità – sottolinea – trova un ostacolo che è costituito dal mio dovere verso la città di Bari. Certo, per Bari una mia eventuale presidenza della Regione sarebbe stata una occasione storica ma non stiamo in borsa o progettando un affare».

L’ineleggibilità, insiste, andava rimossa perché «non si può interrompere una amministrazione senza almeno un anno di preavviso: è quello che accade in tutta Italia se un sindaco viene eletto in un’altra carica istituzionale. A questo punto, devo difendere Bari anche contro gli interessi del mio partito». Il quadro si è complicato, ammetteOnofrio Introna, l’assessore socialista a capo del comitato organizzatore delle primarie, ma «l’auspicio è che nei prossimi giorni la coalizione possa ritrovarsi su un programma e una candidatura unitaria. In Puglia ci sono le condizioni per allargarsi ai moderati».

BEPI MARTELLOTTA