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Regionali/ Boccia si allinea a Bersani: niente primarie. Vendola: hai fallito

Il deputato Pd: «Su dieci partiti, sette non intendono partecipare». Il governatore: solo giochi di prestigio. «Le primarie sono il primo a volerle fare se sono primarie di coalizione, ma se servono a far saltare la coalizione diventano uno strumento per chi vuole tornare indietro. E non per chi vuole costruire una nuova alleanza per la Puglia». Francesco Boccia, nuovo candidato indicato dal Pd alla presidenza della Regione, ieri pomeriggio, a Bari – accompagnato dal segretario regionale, Sergio Blasi – ha spiegato soddisfatto in una conferenza stampa i risultati di 48 ore di frenetiche consultazioni politiche. «In questi giorni abbiamo parlato di programmi su due direttrici principali: sviluppo delle piccole e medie imprese e "famiglie". Siamo soddisfatti per aver ottenuto pareri positivi sul progetto di una nuova coalizione, la grande alleanza per il Sud. Solo Rifondazione con rammarico ci ha detto di no». Con Boccia sarebbero dunque schierati: Udc, Idv, Socialisti, Verdi, Pdci, Api, Radicali, Repubblicani, Sinistra popolare e la Primavera in movimento di Enzo Divella. Trattative sono in corso anche con il Psdi di Magistro – ha spiegato Boccia – e con Mpa. «Su dieci partiti, sette non intendono partecipare alle primarie e non avrebbero neanche partecipato all’alleanza. Il tema, quindi, non è primarie sì o no, ma coalizione sì o no. Se le primarie fanno saltare la coalizione è inutile farle». Per Boccia, la vera novità di questi giorni «è che le tre forze politiche dell’opposizione parlamentare sono insieme per la prima volta. E in Puglia la novità assoluta è che due delle tre forze politiche, l’Udc e l’Idv, erano all’opposizione in questi cinque anni».
La rivendicazione della chiusura di un cerchio il cui merito, per la verità, spetterebbe in prima battuta al sindaco Emiliano. La replica del governatore Vendola da Roma – presente al coordinamento nazionale di Sel – non si è fatta attendere: «Il mandato esplorativo di Boccia è fallito perchè il compito era di verificare una alleanza possibile che andasse da Casini a Vendola». Si può «ora fare qualche gioco di prestigio per fare intendere che è in campo una gigantesca coalizione – ha proseguito – mettendo sigle che magari non corrispondono a nulla. Ma la verità è che non si può non affrontare il nodo politico e cioè che non è possibile cancellare l’anomalia che io ho rappresentato se non attraverso le primarie». Le sigle esibite ieri da Boccia, quasi in una prova muscolare, di fatto non risultano nemmeno compatte. A partire dal Pd. L’area Bindi, per bocca del coordinatore regionale, Gaetano Piepoli, non lascia dubbi: «Chiediamo che si svolgano le primarie e questa posizione sosterremo anche negli organismi. Il congresso ha avuto come tema centrale l’allargamento del centrosinistra e non il suo restringimento con una conversione di posizionamento che viene percepita come tattica ed incomprensibile e, soprattutto, non frutto di una scelta democraticamente deliberata». In buona sostanza, spiega Piepoli, «il rapporto con Vendola è il perno dell’allargamento, non è alternativo. E’ sbagliato, pertanto, togliere un’ala per sostituirla con un’altra modificando semplicemente l’interlocutore. Abbiamo detto che le primarie sono nel Dna del Pd? Bene, facciamole».
Il presidente del partito, Michele Emiliano, non si pronuncia: «Io sono soggetto terzo, di garanzia». Buona parte dei suoi 38 delegati, però, sarebbero già pronti a votare per le primarie nella prossima assemblea regionale. Lunedì, alle 14, si riuniranno per confrontarsi. Stessa posizione quella del deputato Gero Grassi («altrimenti saremmo di fronte ad un golpe»). La sua area (e quindi i suoi delegati) alla quale si richiama anche l’assessore regionale Fabiano Amati voterà per le primarie, come pure l’assessore regionale, Guglielmo Minervini. Pena: i preparativi per la scissione. Spaccati come una mela anche i Verdi: l’assessore regionale Magda Terrevoli è con Vendola e i Socialisti non intendono sottostare al diktat di Nencini. Il capogruppo alla Regione, Giuseppe Lonigro, spiega che «è necessario individuare il candidato presidente con le primarie». Intanto, la data dell’assemblea regionale del Pd non è ancora stata fissata («possibile anche lunedì») e non è affatto scontato che si arrivi ad un voto, ha chiarito Blasi. Prima, però, nell’agenda di Boccia c’è il confronto politico con Vendola. «Ma per confrontarsi bisogna essere in due» e al momento il governatore resta sordo e muto agli sms. Anche se in serata il segretario Blasi ha detto che tra oggi e domani si dovrebbe tenere l’incontro tra Vendola e Boccia. Da Roma, il governatore è tornato a farsi tramite agenzie: «Vedo che Casini considera le primarie un giochino di Vendola. Io sosterrei appassionatamente Boccia se dovesse vincere le primarie. Chiedo solo il coraggio di confrontarsi».
Lorena Saracino