Michele Alfieri, pregiudicato 35enne, è stato freddato davanti ad un noto bar, con 5 colpi di pistola calibro nove in volto. Nel 92 confessò l’omicidio di Matteo Libergolis, uno dei figli di Ciccillo, ucciso 79 giorni fà nelle campagne di Macchia
Stando ad una prima ricostruzione dell’accaduto – fornita dagli investigatori dell’Arma – l’uomo si trovava all’interno del locale. Poi sarebbe uscito; ad attenderlo, all’esterno del bar, il suo o i suoi sicari. Gli inquirenti sostengono anche che il killer, potrebbe essere fuggito a piedi.
L’unica certezza, al momento è che Michele Alfieri è stato sfigurato in volto, questo non lascia spazio ad interpretazioni: si tratta, infatti di un’esecuzione in pieno stile mafioso. Il bar era affollato ma pare che nessuno abbia visto o sentito nulla. Il delitto, dunque, rientra – secondo gli investigatori – nella sanguinosa faida del Gargano, l’industria di morte e terrore che in 30 anni ha provocato oltre 35 omicidi, diversi casi di lupara bianca e numerosi tentativi di omicidio.
Infatti nel 1992 Michele Alfieri, all’epoca dei fatti appena 17enne, uccise Matteo Libergolis, uno dei figli del capoclan del boss dei boss Ciccillo Libergolis, assassinato, a sua volta la sera, del 26 ottobre scorso nei pressi del suo deposito di attrezzi agricoli in agro di Monte Sant’Angelo. Dopo l’arresto confessò il delitto e fu condannato. Agli inquirenti raccontò di aver ucciso l’uomo per vendicare l’omicidio di suo padre.
Dunque, se pur non trascurando nessuna pista, gli investigatori dell’Arma sono certi che questo secondo delitto dell’anno qui in capitanata sia la risposta all’omicidio di Ciccillo Libergolis’, il capo storico dell’omonima famiglia criminale che si contrappone ai clan Alfieri-Primosa.
Fonte: teleradioerre