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Regionali/ D’Alema: nessun patto segreto con Casini. Se perde Boccia sosterremo Vendola

«Abbiamo lavorato per arrivare alle primarie e per farlo ci voleva il consenso di tutti i partiti della coalizione».

 

«Non c’è un patto segreto tra me e Casini, c’è la forza della politica, che poi è la forza delle cose». Lo ha detto Massimo D’Alema a Lecce, in un incontro organizzato per sostenere Francesco Boccia in Puglia nelle primarie del centrosinistra. «L’Udc – ha detto D’Alema – è all’opposizione insieme a noi al governo Berlusconi ed è naturale che partendo da questo nascano delle convergenze. L’avvicinamento all’Udc nasce dal comune giudizio negativo di una politica antimeridionalista del governo Berlusconi. Poi, cosa volete, quando si sta insieme all’opposizione dopo un po’ inevitabilmente si finisce col fare amicizia».
L’ACQUEDOTTO NON C’ENTRA – Non c’è invece – gli è stato chiesto – un interesse riguardante la privatizzazione dell’Acquedotto Pugliese cui Caltagirone, suocero di Casini, sarebbe – secondo indiscrezioni apparse sui giornali – interessato? «È una totale sciocchezza – ha detto D’Alema – nessuno pensa di vendere Aqp a nessun imprenditore. E nemmeno per idea a Caltagirone. Mi pare che anche il presidente della Regione Puglia dovrebbe essere più prudente prima di lanciare accuse di questo genere. Non credo neanche che Caltagirone sia interessato. L’argomento è privo di qualsiasi consistenza». «E le malignità – ha concluso – servono solo ad avvelenare il confronto politico».
NESSUNA TEMPESTA – «Io faccio le cose, non le dichiarazioni». Così D’Alema risponde a Franceschini e Gentiloni, a proposito dei tempi con cui sono state sancite le primarie in Puglia e lo fa sempre nello stesso incontro leccese, al quale hanno partecipato Boccia e il segretario regionale del Pd, Sergio Blasi. «Non c’è tempesta – ha detto D’Alema – siamo alla vigilia di una campagna elettorale importante. Quello delle primarie è un metodo fondamentale, perché a scegliere sono i cittadini e non i partiti o, come avviene in qualche caso, una persona sola. Parlo in particolare dei nostri competitori che di solito si affidano al giudizio del loro capo supremo». «Noi – ha continuato – abbiamo lavorato per arrivare alle primarie e per farlo ci voleva il consenso di tutti i partiti della coalizione, perché le primarie, per avere un senso, non dovevano essere un fatto esclusivo del Pd; quando abbiamo avuto il consenso di tutti i partiti della coalizione, le abbiamo promosse». E alle dichiarazioni di Franceschini e Gentiloni secondo i quali la decisione delle primarie è avvenuta «meglio tardi che mai», D’Alema ha risposto: «Sono questi i tempi possibili. Ci sono le persone che fanno le dichiarazioni e quelli che fanno le cose. Io ho sempre cercato di appartenere a questa seconda categoria».
«SE IL PD PERDE, TEMO PER LA PUGLIA» – Se perde Boccia in Puglia perde D’Alema? «Perde il Pd e perde, temo, la Puglia. Nel senso che – ha spiegato – se perde Boccia perde anche Vendola. Noi stiamo cercando di salvare Vendola dal rischio per lui più terribile che è quello di vincere le primarie e di perdere le elezioni. Perché se Vendola vince le primarie rompe con l’Udc e noi tutti insieme perdiamo le elezioni e sarebbe un danno per la Puglia, sarebbe un danno per tutti noi, ma per lui sarebbe un danno drammatico».
«SE VINCE VENDOLA, LO SOSTERREMO» – D’Alema non riesce a convincere Casini su Vendola? «Se Boccia vince le primarie, noi aiutiamo anche Vendola – ha risposto D’Alema – a trovare il suo ruolo. Vendola è un leader politico nazionale, a questo punto se lui ci aiutasse ad aprire una stagione nuova in Puglia e a vincere, costruendo una alleanza più ampia, questo gli darebbe un prestigio. Si è intestardito in una posizione sbagliata». «Il pericolo più grande per noi – ha concluso – è di avere Vendola che vince le primarie per perdere le secondarie, che sono molto più importanti di quelle che vengono prima». «Se vince Vendola alle primarie, lo sosterremo. Che dubbio c’è? Lo abbiamo sostenuto sempre, abbiamo tutto sommato un giudizio positivo del suo governo regionale». In questo caso – gli è stato chiesto – l’Udc andrebbe da sola? «Non so rispondere – ha risposto – chiedetelo a Casini, ogni ipotesi è alchimia farmaceutica».
«FITTO UGUALE A BERLUSCONI» – «Non mi pare che Fitto sia distinguibile da Berlusconi». Lo ha detto in serata a Lecce Massimo D’Alema, rispondendo alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se la partita politica in corso in Puglia vede come avversario Fitto o direttamente il premier Silvio Berlusconi. «Si vota in tutta Italia – ha detto D’Alema – quindi per me l’avversario è Berlusconi». «Dicendo che noi sfidiamo Berlusconi e il suo governo – ha concluso – è ovvio che sfidiamo anche Fitto e lo dico senza ironia».