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BULLI E VANDALI ALLA DE CAROLIS DI SAN MARCO IN LAMIS

Allagata anche l’ala Est dell’edificio, dopo quella Ovest di sabato scorso – Di nuovo in azione i “bullisti” alla media “F.De Carolis”di San Marco in Lamis – Il personale, diretto dalla preside Lucia Schiena, è in subbuglio per la carenza di interventi.

 

Di nuovo, allagato la notte scorsa da mani ignote l’edificio scolastico della media “Francesca De Carolis”, a San Marco in Lamis. Questa volta ad essere colpita dalla furia devastatrice e nemica della “cosa pubblica” è stata l’ala Est dell’articolato fabbricato. Complesso, come già noto, sito nei pressi della centralissima “Villetta” e in contiguità con le scuole elementari” San Giovanni Bosco” e la nuova e moderna Biblioteca, che ospita altre importanti sedi di istituzioni ed associazioni. Tutto questo ad un tiro di schioppo dalla centralissima “Villetta” comunale, uno dei più importanti e frequentati polmoni “verdi” del paese. Parimenti a quanto accaduto sabato scorso, anche questa volta i malviventi o bullisti che siano sono penetrati nella palazzina e, dopo aver forzato una porta d’ingresso secondario, hanno manomesso il rubinetto idrico del bagno. Di conseguenza l’acqua, seguendo la pendenza, ha allagato prima il piano superiore e poi, filtrando dal pavimento, ha danneggiato gravemente le aule sottostanti. In precedenza, come risaputo, sull’ala Ovest a farne le spese erano stati i locali della segreteria amministrativa. Del “disastro” in primis se ne sono accorti i bidelli e poi via via la preside Lucia Schiena, i docenti e il restante personale non docente, che non hanno potuto fare altro che tempestare di telefonate le autorità competenti, a cominciare dal Comune. Dopo pochi minuti sul posto sono giunti, infatti, la delegazione dell’Ente locale, capeggiata dal sindaco Michelangelo Lombardi e per i rilievi del caso i Carabinieri della locale stazione, che si sono immediatamente messi a disposizione sia in termini di interventi risolutivi riguardo alle cose danneggiate e alla loro messa in sicurezza, che di indagine. Tanto, al fine di individuare i malfattori e di perseguirli ope legis. Sono adulti malviventi o “bullisti” minorenni? Nessuno al momento è in grado di dirlo. Secondo la preside Schiena ed altri docenti, affrontatisi in una dibattuta assemblea, svoltasi nella medesima mattinata, il tutto sarebbe opera di bullisti, anche perché nessuno strumento o apparecchiatura di valore della scuola sarebbe stata prelevata o danneggiata, forse della medesima scuola, che, come noto, accoglie tutti, indipendentemente dallo “status” e valenza socio-culturale ed economica di ogni singola famiglia. E questo farebbe pensare ad un fenomeno più complesso, la cui soluzione non spetta solo ed unicamente alla scuola, ma a tutte le agenzie istituzionali ed associazioni che agiscono su un determinato territorio. Lapalissiana appare a questo punto quanto già dichiarato da un laico di chiesa di tutto rispetto ed esperienza, Antonio Daniele, che a proposito del primo fatto grave aveva dichiarato: “Le istituzioni, la scuola, le famiglie, le parrocchie e le associazioni che si occupano dei ragazzi facciano cordata per fermare la deriva educativa”. Altri ancora pensano e sostengono che il “bullismo” e il vandalismo si può combattere e vincere soltanto se si parte dall’interno del mondo dell’adolescenza o come nel caso ancor più grave e inaspettato della pre-adolescanza, lo stesso che è causa ed effetto del fenomeno. L’arma più efficace e vincente, secondo molti, è l’esempio. La maggioranza dei buoni, cioè di coloro che sono cresciuti all’ombra dei valori sani che trasmette la famiglia e la scuola, deve imporre nel sociale il loro modo di credere e di vivere la vita al fine di ridurre il proselitismo della minoranza “bullista” e il recupero degli stessi protagonisti in negativo. Tra i valori essenziali da praticare e diffondere, ci deve essere, prima di tutto, il rispetto e la stima dell’altro, quindi dei luoghi dove si vive e si opera, a cominciare dalle bellezze naturalistiche e paesaggistiche, il verde pubblico, l’arredo, i monumenti e tutto ciò che serve ad abbellire e a rendere funzionale la città. Bisogna ‘monitorare’ tutto ciò che accade in negativo, anche l’episodio più insignificante. E. quando è possibile, confrontarsi serenamente e senza pregiudizi con gli autori degli insani gesti, per capirne le motivazioni più profonde e provvedere con spirito di collaborazione alla loro rimozione. Sicuramente se si riuscirà a coinvolgerli nella ‘cura’, gli stessi si renderanno conto che gli interessi propri coincidono con quelli degli altri e non si sentiranno più soli e perduti. Riscopriranno via via l’autostima, quella reciproca e i buoni principi della convivenza civile, riprovando i nobili sentimenti dell’amicizia, della solidarietà, dell’affetto per le persone care, dell’amore per il prossimo e per il mondo che ci circonda. Soltanto in caso estremo bisognerà usare, come dice il detto latino, estremi rimedi, ricorrendo all’esterno e alle istituzioni preposte. Quindi, niente inutili e superflui allarmismi, ma azioni moderate e soprattutto concrete. Solo così si potrà sconfiggere definitivamente il fenomeno del “bullismo” e del vandalismo, assai diffuso in paese come dimostrano gli episodi noti e non, accaduti in questi ultimi tempi.

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