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Aldo Ragni: “Queste primarie tanto invocate e poi subite”

Aldo Ragni, dirigente del Pd, ha fatto una scelta chiara. Nonstante si sia posto come l’alternativa al segretario in carica nel congresso celebrato di recente, si è conformato alle direttive di partito: “Sì, credo nella disciplina, anche se può sembrare una cosa vecchia”. Ma lo sfidante di Paolo Campo, che ha riconosciuto Francesco Boccia “candidato del Pd” come emerso dall’assemblea regionale che ha poi lanciato le primarie, non rinuncia a delle precisazioni e riflessioni. Si tratta di valutare la “percezione” che gli elettori hanno avuto di Vendola, cioè, in effetti, quella del “candidato ufficiale” del Pd. “Perché questo è avvenuto?”, chiede Ragni ai vertici. E parte dall’esame di queste primarie tanto invocate e poi alla fine “subite”.
La storia vede protagonista Michele Emiliano: “La sua candidatura è stata bruciata, proposta senza dargli garanzie legislative, insomma il sindaco di Bari si è accorto di essere stato tirato in ballo perché ci abituassimo all’idea”. Nel cuore dei vertici Pd un solo pensiero, silurare Vendola. Nel frattempo è mancata la possibilità di far capire “chi fosse il nostro candidato, Boccia è apparso come l’espressione del Palazzo”. Altro momento clou non valorizzato abbastanza è stato quello dell’assemblea regionale che, all’unanimità, ha scelto Francesco Boccia: “In quella sede nessuno si è opposto alla designazione, questo è sbagliato perché le battaglie si fanno dall’interno”. Al momento manca la “struttura regionale” per valutare e discutere di ciò che è successo, con una nomenclatura travolta dal ciclone Vendola ed impegnata nella sfida vera per la Regione: “A quattro mesi dalle primarie (quelle in cui il Pd ha definito l’organigramma regionale e nazionale, ndr) non abbiamo una direzione ed una segreteria. Inoltre proporre Boccia con minaccia di ritorsioni ha avuto un effetto boomerang”. Un Pd dell’essere o dell’apparire? Ragni confessa il suo imbarazzo: “Da tre mesi dicevo che Vendola era il candidato “naturale” del Pd, quando il partito ha designato quello ufficiale ho votato per lui. E ribadisco che era in sede di assemblea regionale che bisognava dare battaglia”.
Intanto la competizione è alle porte, dall’altra parte il Pdl ha puntato su Rocco Palese. La scelta di Poli Bortone e Casini di correre insieme, distintamente rispetto ai due poli, la prende in considerazione relativamente: “Non so se fino all’ultimo sarà così”. Da bipolarista convinto continua: “Casini deve scegliere, credo che stia sprecando un’opportunità, non può stare con la Polverini e con i neofascisti nel Lazio, da solo in Puglia, con il Pd in Piemonte. Credo tuttavia che dopo questa grande mobilitazione per Vendola e questo coinvolgimento che estenderei per i militanti anche ad altre consultazioni, tipo referendum costituzionali- la strada del centro sinistra non può che essere in discesa”.
Paola Lucino