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“La Tarantella come terapia”

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Laboratori ricreativi per disabili  e le loro famiglie  di socializzazione attraverso la musica e la danza popolare.

 

Da più di dieci anni l’Ass. La Bella Cumpagnie di Monte Sant’Angelo, diretta dal M° Michele Mangano, si impegna a far conoscere ai giovani studenti degli Istituti Scolastici la musica e la danza tradizionale della nostra Puglia.  Ovviamente grande l’entusiasmo dimostrato dai giovani, che con loro grande sorpresa si sono scoperti appassionati di una tradizione antica, ma resa più che mai attuale dal M° Michele Mangano.
Da quest’anno Michele Mangano ha ideato il  progetto  “Laboratori ricreativi per disabili e  di socializzazione attraverso la musica e la danza popolare”, laboratori appunto rivolti ai disabili e alle loro famiglie, con il patrocinio dell’Assessorato alla Solidarietà della Regione Puglia e di Puglia per il Sociale, presieduto dall’Ass. Elena Gentile.    
Afferma Mangano “I laboratori sono cominciati il 15 Dicembre 2009 e termineranno a Luglio 2010 e si terranno in tre centri per disabili della provincia di Foggia. Siamo partiti a Dicembre dalla Casa Famiglia SS. Redentore di Manfredonia ove gli incontri avvengono il sabato pomeriggio, e subito abbiamo riscontrato grande entusiasmo dei giovani partecipanti e delle loro famiglie. Siamo partiti dal concetto che “il ritmo siamo noi” e quindi abbiamo creato il ritmo con le mani, con i piedi, con la voce.  Con mia grande sorpresa, forse anche dovuta alla mia inesperienza con questi ragazzi, mi sono subito reso conto di quanto fosse naturale per loro avvicinarsi alla musica e alla danza; grande interesse infatti hanno dimostrato nei confronti degli strumenti a percussione in modo particolare alle nacchere, con le quali sono riusciti immediatamente a creare il ritmo di una tarantella. Nei prossimi appuntamenti sarà il momento di cominciare a creare delle coreografie.  
Questi laboratori sono quindi uno  spazio in cui i giovani  possono approcciarsi alla cultura popolare Pugliese attraverso il canto, la poesia, la musica, la recitazione e la danza.
Questa nuova esperienza sarà al tempo stesso una sfida e una grande occasione. I laboratori saranno un luogo in cui verranno coltivati valori quali educazione alla pace e alla convivenza, cultura della diversità, stimolo alla curiosità per l’arte in un clima di dialogo e incontro. 
             Dopo il progetto realizzato nel 2006 e nel 2007 presso l’ASSORI di Foggia, al quale hanno preso parte circa 200 ragazzi con diverse abilità,  ci sono giunte numerosissime richieste sia dalle famiglie dei ragazzi coinvolti nel progetto che dagli operatori stessi, in quanto si è dimostrato  chiaro il bisogno dei giovani, seppur nella difficoltà della propria condizione, che l’approcciarsi alla musica e alla danza, in modo particolare a quella tradizionale che non prevede particolari schemi e permette ai ragazzi di esprimere liberamente i propri sentimenti, si sia rivelato  terapeutico”.
Il Progetto “Laboratori ricreativi per disabili  di socializzazione attraverso la musica e la danza popolare” si inserisce in un quadro più complesso di azioni ed interventi a sostegno della disabilità , che hanno lo scopo di incentivare spazi e luoghi di socializzazione ed integrazione sociale. Caratteristica peculiare di questo progetto all’interno di una programmazione generale mirata a prevenire e contrastare condizioni di emarginazione delle persone disabili, è quella di offrire attività laboratoriali  dove i partecipanti vanno ad integrarsi con realtà aggregative  presenti sul territorio e svolgono attività che hanno lo scopo di favorire la socializzazione e stimolare le capacità e le potenzialità individuali all’interno di un gruppo.
Di grande importanza la possibilità di sviluppare capacità creative e comunicative e nello stesso tempo offrire momenti collettivi   di gioco e divertimento.
Infine al termine dei laboratori i partecipanti dovranno interagire nello spettacolo col quale terminerà il progetto, come suonatori, attori, cantanti o ballerini.
E ancora afferma Mangano “La diversità non può essere un ostacolo, è una obiezione per chi misura il valore dell’altro solamente partendo da quel che vede.
Una persona di fronte ad un disabile, come di fronte al proprio figlio, deve essere disposto a cambiare per accorgersi realmente di lui, e sentire la diversità non come obiezione ma come ricchezza.
E cambiare è un sacrificio, perché implica il cedere a ciò che si è visto piuttosto che rimanere fermi sulle proprie convinzioni.
Con questo progetto vogliamo cercare espressioni che documentino l’esperienza della libertà, possibile anche dentro i condizionamenti particolari che la vita riserva a ciascuno di noi. Sarà sorprendente rendersi conto di quanto ragazzi e le proprie famiglie  trovano  libertà attraverso l’arte,  che come una valvola di sfogo accoglie tra le sue braccia gente di ogni genere.
Questo nuovo progetto è molto piaciuto anche alla Sottocommissione per l’accesso radiotelevisivo, che subito ha raccolto la mia proposta di dedicare una puntata della trasmissione “Dieci minuti di…”, che andrà in onda il 19 Febbraio su RAI DUE alle ore 09,45 ,  proprio all’arte interpretata dai giovani diversamente abili e dalle loro famiglie…. grandi sorprese!
 


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