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Peschici/ Difendiamo e divulghiamo le nostre tradizioni

Anche il Gargano ha le sue tradizioni, le sue peculiarità, i suoi riti. Ma, a differenza di altre aree pugliesi, dove si tende a valorizzare ogni singolo aspetto che il territorio offre, la Montagna del Sole si rivela sempre molto lenta, fanalino di coda di un treno che parte dal Salento e di cui sono note le ritualità della Settimana Santa già da tempo.

Proprio per promuovere le tradizioni religiose dei sette giorni pasquali, due anni fa nasce infatti nel “Meridione” della Puglia l’idea dell’Associazione Arca di promuovere turisticamente e dare visibilità al sentimento popolare per la passione di Cristo attraverso annuali “messe in scena” e faraoniche processioni, cantilene e marce funebri, depliant, fiere del settore (ultima in ordine di tempo “Aurea” a Foggia), finanche un sito internet (www.settimanasantainpuglia.it).

E qui da noi, mentre si parla tanto di “destagionalizzazione”, al punto da voler portare l’utenza al di là dei mesi “di fuoco” – per ovvi motivi – di luglio e agosto, e promuovere tutto ciò che possa essere d’aiuto a una maggiore visibilità del Promontorio, cosa si fa realmente?

Si ozia, si contano i soldi accumulati durante gli intensi mesi estivi (sessanta giorni, che nemmeno coprono le 72 giornate per la disoccupazione), si gioca al superenalotto, ai cavalli, si sfregano “gratta e vinci”, ci si diverte a osservare da un piccolo bar di provincia salire e calare il sole, senza muovere un dito.

Ma non divaghiamo. Il punto è la Settimana Santa a Peschici e a Vico, realtà altrettanto simile, ma altresì attenta alle tradizioni. Le confraternite del SS. Sacramento e del Purgatorio quasi litigano a ogni processione per i canti, per “chi deve portare le statue” e chi le candele.

I confratelli, poi, decimati dal tempo e dalle mode – nessun ragazzino fa più il chierichetto, per la felicità delle famiglie, tutti impegnati a sparare botti, – durante le processioni del “Miserere” dei due giorni si limitano a percorrere a passo veloce le strade della cittadina lasciando a pochi il canto latino (cosa che non avviene a Vico) e snobbando totalmente la processione del primo mattino.

Per non parlare degli abiti: perso il cappuccio bianco, è infatti solo il vestito, anch’esso bianco ma a volte coperto da un bel giaccone di piume d’oca, a distinguere i confratelli dai “devoti”, ammesso che lo siano.

E… i preti? Si impongono – è successo lo scorso anno con uno di loro – per abolire l’uso delle processioni del giovedì sera e della mattina in quanto “troppo presto cercare Gesù morto”… che sarebbe morto il giorno dopo! Insomma una Settimana Santa allo sfascio, senza regole o tradizioni da seguire, senza futuro, senza un vero spirito di fede, né dei confratelli né tantomeno dei fedeli.

L’Ente Provincia si fa carico, per la segnalazione di qualcuno alla suddetta associazione delle spese (1.500 euro a Comune) … per cosa? Le Confraternite si sveglino, le istituzioni anche! Se si devono spendere soldi per la promozione, tanto richiesta dai lagnosi pseudo-imprenditori garganici, lo si faccia, purché gli alberghi aprano i battenti e le tradizioni vengano ben tenute salde, in quanto sono le nostre radici.

E mentre scrivo, chiedo agli assessori Vincenzo De Nittis (Turismo, Comune di Peschici) e Nicola Vascello (Turismo, Provincia di Foggia) se Peschici verrà inserita nel progetto: il primo mi dice di no perché il nostro paese non ha le giuste tradizioni (poco fastose e – ed è la verità – poco seguite dai sonnacchiosi concittadini). Il secondo mi ha chiesto di parlarne di persona, ma io dopo aver sentito il primo e toccato con mano che il mio entusiasmo non era il suo, non ho voluto insistere.
Domenico Ottaviano da New Punto di Stella