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Scandalo sanità e archiviazione di Vendola, si spacca la Procura

Due pm intendono chiedere al gip l’archiazione. Un terzo, invece, vuole il governatore a processo.

 

Si è spaccato il pool composto dai tre pubblici ministeri che si occupano dell’indagine sulla gestione della sanità in Puglia nella quale è indagato per concussione anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Lo apprende l’Ansa da ambienti vicini all’indagine. In un atto inviato al procuratore della Repubblica, Antonio Laudati, due pubblici ministeri (Francesco Bretone e Marcello Quercia) hanno affermato che intendono chiedere al gip l’archiviazione dell’indagine sul presidente poiché a carico di Vendola «non vi sono elementi sufficienti a sostenere l’accusa a dibattimento». Il pm Desirè Digeronimo si è invece espressa contro l’ipotesi di archiviazione sostenendo che vi sono elementi per sostenere l’accusa in un processo.
TOCCA A LAUDATI – Al momento non si sa cosa deciderà di fare il procuratore Laudati perchè tutti gli atti del procedimento sono a firma congiunta, e il diverso orientamento dei magistrati inquirenti non aiuta a superare facilmente l’impasse nel quale sembra essere finito il fascicolo a carico del presidente della Regione che riguarda le nomine dei manager della sanità pugliese. Una via d’uscita potrebbe essere rappresentata dal deposito (pare prossimo) dell’informativa conclusiva a cui stanno lavorando gli investigatori. L’informativa potrebbe fornire una chiave di lettura della vicenda poiché conterrà tutte le trascrizioni dei colloqui telefonici e ambientali intercettati e l’esame degli atti amministrativi acquisiti nel corso degli accertamenti. Permetterà quindi di incrociare elementi e di fare valutazioni complessive su tutta la vicenda.
RISCHIA LA MAXI-INCHIESTA – Secondo alcune fonti, non è da trascurare l’ipotesi che la diversa valutazione dei fatti tra i tre pm inquirenti possa avere ripercussioni sull’intera maxi-inchiesta sulla sanità, avviata circa due anni fa dal pm Digeronimo, alla quale i pm Quercia e Bretone sono stati coassegnati pochi mesi fa da Laudati. La coassegnazione del fascicolo fu decisa nel novembre scorso dopo che un quotidiano nazionale pubblicò stralci di un’informativa dei carabinieri depositata pochi giorni prima in procura a carico di una decina di persone, tra le quali Vendola.