La procura attenderà l’arrivo dell’informativa conclusiva, che contiene tutte le intercettazioni telefoniche e ambientali, poi il procuratore capo Laudati, dovrà decidere sulla posizione di Nichi Vendola. Nei confronti del presidente della Regione indagato per concussione, per le pressioni politiche nei confronti dei direttori generali di alcune Asl pugliesi, la valutazione dei pubblici ministeri, che coordinano l’inchiesta non è concorde.
Francesco Bretone e Marcello Quercia, secondo quanto avrebbero scritto una missiva che doveva restare riservata, riterrebbero, in base agli elementi raccolti finora, l’indagine debba essere archiviata.
Il pm, Desire’ Digeronimo, che aveva lavorato da sola per oltre un anno, vuole andare avanti.
A Vendola e ad altre dieci persone la procura contesta di aver ‘imposto – nel maggio 2008 ai direttori generali delle Asl e di alcuni presìdi ospedalieri pugliesi, le nomine dei direttori amministrativi e sanitari, nonché di primari, a lui graditi, per rafforzare la presenza della sua coalizione politica nelle istituzioni locali.
La questione – in base alla riforma dell’ordinamento giudiziario del 2006 che lascia poco spazio all’autonomia dei pubblici ministeri – potrebbe essere risolta dal procuratore Laudati, che per legge è il titolare di ogni fascicolo, con la revoca della delega nei confronti di uno o più pubblici ministeri o con l’invio di direttive, guidandoli nelle valutazioni.
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