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Comunità Montana del Gargano si chiude?

La Regione decide oggi. Minervini: “Troppi tagli in Finanziaria”. Le funzioni saranno trasferite a Provincia e Comuni.Il futuro della Comunità montana del Gargano è legato alla decisione che, oggi, la Regione Puglia potrebbe adottare e che, a quanto pare, confermerebbe la soppressione degli enti montani pugliesi.

 

Il provvedimento, che era nell’aria, non fa che ribadire una volontà già dichiaratamente espressa, circa due anni fa, con la chiusura di tre enti montani sui sei pugliesi. La giunta regionale ha
già incassato il parere positivo, espresso a maggioranza, della seconda commissione regionale, presieduta da Michele Ventricelli. Le motivazioni le ha spiegate l’assessore regionale alla trasparenza e cittadinanza attiva, affari generali, Giuglielmo Minervini, per il quale «Si è aggravata la condizione di precarietà delle comunità montane perché con l’ultima finanziaria del governo nazionale sono stati revocati tutti i finanziamenti. Con queste norme riprendiamo il percorso di scioglimento delle Comunità montane con l’obiettivo di trasferire le funzioni a Province o alle Unioni dei Comuni. Concretamente proponiamo la copertura finanziaria solo per l’anno 2010, ponendo una toppa al problema provocato dal governo nazionale».
Se ci dovesse essere il deliberato dell’esecutivo regionale, per la comunità montana del Gargano si riavvierebbero le procedure per lo scioglimento, un percorso già visto due anni fa: nomina del commissario, personale dipendente in mobilità, destinazione del patrimonio immobiliare.
Giurare sul fatto che sarebbe una via senza più ritorno, potrebbe non essere neppure da consigliare allo scommettitore più incallito. Prova ne è che lo stesso provvedimento regionale emanato due anni fa venne ribaltato dalla Corte costituzionale che, il 24 luglio del 2009, dichiarò illegittima la decisione. Non solo, tenne anche a precisare che il definire particolari parametri fisico-geografici (qualora a farne dell’ente montano fossero stati, almeno per metà, paesi con un territorio non situato all’ottanta per cento della propria superficie a cinquecento metri sul livello del mare) equivaleva alla loro automatica soppressione era illegittimo.
Attualmente, in via Sant’Antonio Abate, sede della Comunità montana, c’è Daniela Aponte, capo gabinetto dell’ufficio territorio del governo della Prefettura, nominata commissario ad acta, che dovrebbe traghettare l’ente fino all’insediamento del nuovo consiglio e l’elezione dell’esecutivo, sempre che la Regione dovesse ritornare sulle sue decisioni. Eventualità che, almeno per il momento, sembra molto ma molto lontana.
Francesco Mastropaolo