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La terza uccisione delle vittime Enichem

Pecorella: “La fontana della vergogna e l’ennesimo atto dispotico dell’amministrazione di sinistra.

 

Da comune cittadino, prima ancora che da candidato Sindaco, mi sento di rinnovare la mia vicinanza ai cari ed a tutte le famiglie di quei lavoratori che hanno perso la loro vita a causa di malattie legate alle loro attività nello stabilimento dell’ENICHEM. In questi giorni il loro ricordo sarà calpestato dall’arroganza di un’amministrazione che ha deciso di realizzare uno pseudo monumento, la cui forma ed estetica ha sollevato le rimostranze di chiunque abbia visto il progetto.
L’impacciata maggioranza di sinistra che ha sempre sostenuto quale principio imperativo “il dialogo con la città per le scelte più importanti” (e chiedetevi se questa non lo sia) in barba a tale regola, senza sentir nessuno, ha deciso per tutti. Ma vedete che cosa?
La costruzione di un monumento con la forma di un cilindro multicolore, in tinta con le mattonelle del già deturpato viale Miramare, che si innalzerà dal centro della piazza della rotonda (di fronte l’hotel Gargano) a ricordo di quella torre dell’ENICHEM che oltre trent’anni fa “vomitò” sul nostro territorio circa trenta tonnellate di velenosissimo arsenico.
Si potrebbe dire: “ecco il danno”, ma sapete qual è la beffa?
Ebbene, la sinistra manfredoniana decise di abbandonare la tutela degli interessi della comunità e del diritto alla loro salute revocando le accuse nei confronti dell’ENICHEM per l’inquinamento prodotto, accontentandosi di “trenta danari” (trecentomila Euro). Quella stessa sinistra si impegnò all’utilizzo di quella somma per realizzare un’opera che fosse testimonianza di quegli anni bui e delle loro conseguenze. Oggi però si scopre che per realizzare quest’opera non bastano i soldi incassati dal comune. Infatti, buona parte di quella somma si è persa nei buchi del nostro malandato bilancio comunale e la triste opera monumentale verrà realizzata, per il costo di oltre 200.000 Euro, solo grazie alla contrazione di un mutuo; un altro debito per i Manfredoniani.
Ma dove sono finiti i soldi che l’amministrazione aveva vincolati con solenne impegno? Forse assieme a tutte le promesse di buon governo e di tutela dei diritti dei più deboli.
Personalmente ed in qualità di assessore provinciale ho proposto ed ottenuto che l’amministrazione provinciale non abbandonasse le ragioni ed il diritto alla salute dei nostri cittadini e abbiamo ricorso in appello, assieme alla Procura di Foggia, avverso la sentenza emessa a Manfredonia. Al nostro fianco privati cittadini ed associazioni che non hanno ritenuto di essere soddisfatti in termini economici per i sentimenti e gli affetti perduti.
In ultimo, mi chiedo: è giusto pagare 210.000,00 euro per realizzare una ciminiera?
E soprattutto, su un tema cosi sensibile, è giusto interpellare esclusivamente l’enigmatico artista già autore del discusso restyling del lungomare escludendo aprioristicamente i parenti delle vittime, gli artisti locali e la cittadinanza in genere?
Per quanto mi riguarda sono favorevole alla realizzazione di un opera in ricordo di quei tempi, della mobilitazione di cui fu capace la nostra comunità e per affermare come sia irrinunciabile, anche nel nome del progresso, il diritto alla salute dei cittadini ed alla tutela del nostro patrimonio ambientale. Tanto, a patto che tale intervento sia condiviso da tutta la cittadinanza, eventualmente da un punto di vista urbanistico, architettonico, artistico e sia vicino al nostro comune sentire.