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Moria di pini alle Isole Tremiti. Il Parco del Gargano stanzia fondi per combattere la scolitide

Allarme scolitide (appartenente al genere “tomicus”) alle Isole Tremiti. È il nuovo nemico della flora garganica. Dopo aver distrutto già in passato diversi ettari di pini d’aleppo nella zona di Peschici e Vieste, oggi sta infestando le pinete delle isole diomedee.  L’ente Parco è corso ai ripari stanziando fondi. “E’ urgente preservare l’elevata valenza naturalistica-paesaggistica delle aree boschive infestate” ha spiegato il commissario Giandiego Gatta. Le aree colpite sono le pinete dell’Isola di San Domino. I fondi stanziati serviranno a finanziare interventi fitosanitari, la cui tempestività è ritenuta fondamentale per il successo della operazione, miranti ad abbattere le piante dissecate ed a ridurre la popolazione degli scolitidi. Le piante abbattute dovranno essere nel contempo bruciate. Non è la prima volta che l’Ente Parco finanzia interventi per combattere la scolitide. Lo ha già fatto nel 2007 quando si registrò una notevole moria di pini a Peschici nelle aree percorse dal fuoco dall’incendio del 24 luglio. Zone interessate: quelle di Boschetto-Valle e Clavia-Monte Pucci. E lo ha fatto qualche tempo dopo a Vieste. Qui, la zona più colpita fu quella costiera, a nord del centro abitato. L’ente Parco richiese l’intervento urgente del servizio Fitosanitario dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia. Vennero i tecnici da Bari e sentenziarono: alberi e piante colpiti dalla scolitide. Il quale altro non è che un parassita secondario, perché come specie attacca solitamente alberi di medie o grandi dimensioni, ma deperienti, in quanto già danneggiati da eventi climatici o indeboliti da altre patologie. In quel caso erano debilitati dagli incendi passati e dalla lunga siccità di quella stagione estiva. Gli interventi di solito consistono negli abbattimenti degli alberi disseccati per circoscrivere il danno. Per le Isole Tremiti gli interventi devono essere realizzati con una certa tempestività perché il fenomeno ha i suoi picchi, di solito, in primavera. E si è già a febbraio. Gli alberi “danneggiati” dallo scolitide mostrano in genere ingiallimenti o arrossamenti della chioma, fori di diverse dimensioni sulla corteccia del tronco e dei rami, dai quali fuoriesce della rosura. Sollevando porzioni di corteccia, si riscontrano più tipi di gallerie. L’attacco che porta alla morte le piante avviene di solito attraverso questo schema: maschio e femmina costruiscono insieme una galleria di ovideposizione sotto la corteccia. E parallelamente alla venatura degli alberi. Poi la presenza di un fungo (genere Ophiostoma), veicolato dallo stesso scolitide, porta al completo disseccamento della pianta. Con i fondi stanziati dal Parco si punta a debellare il dannoso fenomeno.