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Maltrattamenti: soltanto il 25% delle donne pugliesi li denuncia

La Regione ha stanziato 800mila euro per i centri antiviolenza.

 

 Solo il 25% delle donne in Puglia denuncia maltrattamenti. Questo il dato emerso dall’incontro ‘La violenza contro le donne’ ottenuto dalla collaborazione tra Regione Puglia ed il programma europeo ‘Daphne III’. 800 mila euro i fondi regionali destinati al supporto dei centri anti violenza. Il programma specifico è parte del programma generale ‘diritti fondamentali e giustizia’. Daphne è il programma per prevenire e combattere la violenza contro i bambini, i giovani e le donne e per proteggere le vittime e i gruppi a rischio al fine di contribuire a un elevato livello di protezione dalla violenza nonché a una maggiore tutela della salute fisica e mentale.

Il programma persegue l’obiettivo specifico di contribuire alla prevenzione e alla lotta contro tutte le forme di violenza che si verificano nella sfera pubblica o privata contro i bambini, i giovani e le donne, compresi lo sfruttamento sessuale e la tratta degli esseri umani, adottando misure di prevenzione e fornendo sostegno e protezione alle vittime.

Per Serenella Molendini, consigliere di Parità regionale ha spiegato: “E’ sbagliato circoscrivere il fenomeno della violenza contro le donne alla sfera fisica: bisogna capire le varie tipologie del problema.

Quello che viene esercitato è un controllo sul popolo e sulle menti delle donne. Le dinamiche delle violenze sul sesso femminile assumono una valenza quindi più sottile e complessa – continua – coinvolgendo enti, religione, politica, rendendo la femminilità un terreno su cui applicare strategie di subordinazione, limitando spazi e diritti delle dirette interessate.

Nei casi di quella che viene solitamente definita violenza sociale l’unico rimedio valido è la mobilitazione collettiva con un approccio di tipo culturale. Ma questo primo livello di discriminazione non ci fa dimenticare – conclude – quello che i centri anti violenza riscontrano ogni giorno, ossia la violenza nel quotidiano, campo nel quale è più difficile intervenire”.

“Stiamo cercando di portare avanti un interessante percorso – dichiara l’assessore regionale alla Solidarietà, Elena Gentile – che spero faccia tesoro delle esperienze ottenute finora per portare avanti buone politiche contro il tema violenza-donne.

Non si può non ricordare che ciò di cui oggi discutiamo, seppur con difficoltà ancora presenti, fino a qualche anno fa era tabù e consuetudine culturale, all’interno delle quali venivano giustificate le più assurde forme di violenza. Ciò che occorre – continua – è intervenire sul tessuto sociale”.