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L’edilizia speculativa a Vieste

– Riceviamo e Pubblichiamo –

 

L’osservazione diretta, lo studio e la riflessione sono strumenti molto utili per interpretare le dinamiche territoriali di Vieste.
Non sorprende il silenzio di molti. E non sorprende la momentanea carenza di lavoro nell’edilizia alla vigilia delle amministrative. Il problema occupazionale legittima e conferisce valore alla speculazione edilizia. E’ un copione che conosciamo tutti benissimo. La speculazione edilizia crea consenso elettorale. Le speculazioni edilizie a Vieste hanno sempre preceduto le elezioni amministrative vinte dal centro destra.
Speriamo soltanto che il piano urbanistico esecutivo della zona C1 di espansione intensiva in località Scialara, votato all’unanimità, non preveda case per turisti. La costruzione di case per turisti, oltre a costituire una pura follia nella pianificazione turistica del territorio, è la più odiosa delle speculazioni. Il territorio non va venduto. Va gestito. L’apertura di nuovi cantieri beneficia la collettività nel breve periodo. Nuovi investimenti abitativi sono giustificati soltanto quando da “un’accurata ricognizione delle unità immobiliari ad uso abitativo già esistente e da provate dinamiche sociali”, in un contesto di edilizia popolare, emerge la necessità di costruire nuove case. Ma solo per i residenti. E applicando i principi della bioarchitettura. E’ la ristrutturazione dell’esistente il vero business, l’unico ammesso. Ma questa è un’altra storia.
Oggi, vorrei invitarvi a riflettere su un disegno elaborato da menti raffinatissime.
La dispersione urbana ha avuto un ruolo fondamentale nella trasformazione del territorio di Vieste. Iniziata con l’edificazione abusiva di agglomerati turistici sulla fascia costiera (poi condonati in base alle leggi statali n. 47/1985 e n. 724/94) e proseguita con il ricorso alla pianificazione urbanistica ufficiale, la dispersione urbana ha cambiato il modo d’uso del territorio locale (il modello insediativo tradizionale accentrato) e ha determinato la nascita della città diffusa.
Per città diffusa s’intende “una tipologia di occupazione del territorio periurbano connotata da alcune specifiche “patologie: discontinuità dell’urbanizzato accoppiata a crescente segregazione funzionale e sociale, riduzione nell’intensità d’uso delle risorse territoriali non giustificata dalle dinamiche di crescita demografica ed occupazionale, perdita di habitat naturali e di biodiversità, incessante incremento della mobilità su gomma, con effetti di sovra consumo di energia, di congestione delle infrastrutture stradali e di elevato inquinamento ambientale, impossibilità di fornire un adeguato servizio di trasporto collettivo”.
 I condoni edilizi, le strutture pubbliche costruite fuori dal centro abitato (Scuola Alberghiera, Fondazione Turati, Polivalente), il Centro Vacanze Pugnochiuso, la legge regionale 20 gennaio 1998 n. 3, la rete idrica, la rete fognaria, i tasselli della città diffusa.
La presenza sul territorio di opere pubbliche ha creato i presupposti della contiguità edilizia e ha legittimato la lottizzazione dei terreni adiacenti (costruzione di villaggi, alberghi, piani particolareggiati ad iniziativa privata).
E’ possibile affermare l’esistenza di un disegno politico che abbia mirato alla valorizzazione economica dei terreni di determinate persone? Una valutazione imparziale è possibile solo conoscendo determinate informazioni, come ad esempio la titolarità delle proprietà terriere confinanti con le strutture pubbliche alla vigilia di importanti decisioni pubbliche che hanno avuto ad oggetto la costruzione di opere pubbliche. Per poi confrontarle all’indomani della decisione pubblica.
Forse non è un caso che alcune opere pubbliche siano state costruite nelle immediate vicinanze di determinati terreni passati improvvisamente di mano.
Il Centro Direzionale di Baia di Campi rischia di giocare un ruolo determinante nell’ulteriore diffusione della città diffusa e del degrado del territorio. Le recenti proposte di organizzare la Borsa del Turismo Religioso e il Sistema Turistico Regionale presso il Centro Direzionale di Baia di Campi, rientrano nella logica di legittimare la lottizzazione dell’intera baia (in progress) e di tutta la costa da Vieste a Baia di Campi. Gli incendi degli ultimi anni che hanno interessato la zona  costituiscono un altro tassello della città diffusa. Gli incendi, a nord e a sud di Vieste, tracciano le direzioni dei futuri insediamenti residenziali e turistici.

Lazzaro Santoro