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Riceviamo e pubblichiamo/ La delazione

Da quando mi diletto con la scrittura, con il dispiacere di molti, sono diventato il destinatario di delazioni incredibilmente orchestrate. Neanche i politici del Politburo avrebbero potuto fare di meglio.

Chi scrive è a conoscenza del rischio di essere influenzato intenzionalmente. Il rischio è considerato accettabile.
Le delazioni, dal contenuto completamente falso e/o non dimostrabile, evocano scenari inediti.
Nei primi posti della cangiante top ten degli uomini da calunniare, a seconda dell’umore politico, ma può essere anche il frutto di un sapiente depistaggio, troviamo l’amatissimo Mimì Spina, Nobiletti Michele, Clemente Mauro, Aldo Ragni, l’Architetto Forte e l’immancabile Ingegnere Chionchio. Non si offendano gli esclusi. C’è sempre tempo. Presto sarà il mio turno.
Al momento, in attesa dei play off, gli esclusi dal Politeama sono: Lapomarda Michele, D’Errico Antonio, Devita Angelo, Falcone Giuseppina, Giuffreda Antonio, Prencipe Saverio, Nobile Ersilia, Zaffarano Raffaele.
Per un lungo periodo Nobiletti Michele ha battuto tutti. L’Onorevole ritornerà in auge appena è eletto sindaco. Nelle ultime tre settimane, la persona che ha catalizzato le attenzioni dei delatori è il lanciatissimo Aldo Ragni, candidato alla carica di consigliere regionale. Auguri.
 C’è chi mi ferma per strada, chi mi chiama di sera al telefono di casa, chi mi spedisce missive. Devo girare con un rottweiler e staccare il telefono.
I delatori sanno scrivere molto bene. Hanno studiato e asseriscono di conoscere il funzionamento della politica. Ma non hanno gli attributi per scrivere e beccarsi una querela per diffamazione a mezzo internet. Agiscono nell’ombra della falsità della politica.
I delatori si candidano a giocare un ruolo da playmaker (con prevedibili risultati disastrosi) per mettere insieme, in vista delle amministrative, una moltitudine di armate Brancaleone.
I delatori, ultimamente, sono diventati astutamente silenziosi. Come la volpe del Tavoliere, finiranno in pasto ai lupi.
Dal canto mio, fiutato il pericolo -non bisogna essere D’Avanzo,- per non correre il rischio di escludere qualcuno dalle eventuali ed esclusive responsabilità politiche, mi limito a studiare le delibere del Consiglio Comunale del Comune di Vieste votate all’unanimità dei presenti. Di destra e di sinistra.
I fenomeni da me indagati, come ad esempio la speculazione edilizia, hanno una rilevanza talmente generale che i destinatari dei miei articoli sono potenzialmente migliaia. Di destra e di sinistra. Uomini politici e non. Cerco di raccontare i costumi e di interpretare gli scenari futuri.
Se i delatori, esecutori e mandanti, avessero gli attributi, sempre più rari, scenderebbero in campo per una sana e leale competizione politica. Per vincere.
Le delazioni appartengono alla Stasi. Altri tempi.

Lazzaro Santoro

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Non morire Batty
La Grande implosione di Ninì delli Santi è esplosivo. Crea sconquassi nella mia povera amigdala. Non uso droghe né tantomeno ho uno spacciatore preferito.
Mio padre continuamente mi ripete: “tu non hai capito un cazzo di niente. Tu non mi ascolti mai”. Lui, che capisce, ascolta Minzolini. A vedermi introverso e silenzioso gli girano le palle. A me i neuroni. Provo a spiegargli il nesso tra urbanistica e qualità della vita. Mi risponde: “tu una casa non l’avrai mai”. Con questi prezzi! Provo a convincere la nipotina. Irrompe mia madre: “e ù pen” (il pane è sinonimo di lavoro) ?
Mia mamma quando mi porta il caffè in camera si comporta da agente 007: spia cosa leggo: “Identification of tsunami deposits and liquefaction features in the Gargano area (Italy). Cerco di spiegarle il rischio tsunagemico che corrono le popolazioni garganiche. E della necessità di approntare un sistema d’allerta e di smetterla di costruire sotto il livello del mare. Mi risponde: “mich a qua stà in Americh. Là, spust’ (Lazzaro sposati)! Ma il rischio tsunagemico rimarebbe. Serata allucinogena. Vado a letto.
Tarzan era un personaggio di una simpatia unica. Il battello, con il suo nome, ormeggiato alla Ripa, è il più bel regalo che i nipoti potessero ricevere. Grandissimo Tarzan. E’ un mito. Altri, regalano le macchine (!).
L’impiegato del Comune di Vieste, euforico, mi abbraccia e esclama: “ Meno male che ci siete voi giovani”. A parte il voi, io tanto giovane non sono. Lui, vecchio, stipendio in tasca, fa il brillante. Io, senza una lira, faccio la figura dello scemo. Lui non scrive. Io scrivo. Siamo entrambi di sinistra.
Il Presidente Pepe: “Voi giovani siete il futuro”. Star Trek: il futuro ha inizio. Tomorrow is yesterday. Lui sta sempre là. E io sulla mia Enterprise: « Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell’astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale, diretta all’esplorazione di strani, nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima. »
Da quando ho scritto che sono troppo di sinistra, di una certa sinistra (bell’ bell’), gli amici e i conoscenti  che si riconoscono nel centrosinistra (tutti sistemati da concorsi truccati e per questo azzittiti -agli amici di destra, che avevo già perso, ho dedicato un altro articolo-), non mi salutano più e mi evitano. Sono proprio fortunato. Sarà per il cognome che evoca incubi locali mai del tutto rimossi. Forse, più realisticamente, si sentono dei venduti. Lo sono.
Il titolo orginario di questo scritto era: “Riflessioni di un assetato”. Ma, in periodi di privatizzazione delle acque pubbliche, ho pensato che non fosse opportuno. Già Vendola deve vedersela con il Cavaliere dell’Ordine al merito del Lavoro.
Poi ho pensato di intitolarlo: “Riflessioni di un affamato”. Credevo che suonasse male. Non sono in vendita. La disoccupazione, che culo, anticamera dell’emigrazione, ti permette di scrivere cose che a Vieste pochi hanno scritto. Tuttavia, per molti, sto fissando il prezzo del mio silenzio: l’intreccio tra disoccupazione, studio e scrittura è destabilizzante. La commistione tra affari e politica è tranquilizzante. Ma sono 5 anni che non lavoro. Però ho studiato.
Mio padre ha ragione. Mio nonno era troppo comunista. Scendeva in piazza per rivendicare il lavoro: negato dai latifondisti. Emigrò in Germania, per poi morire in circostanze misteriose.
Sangue è sangue.
Ritorniamo al presente. O al passato. Ma anche al futuro: ma solo con Uhura.
The return of the King and the Lord of the villagges: in attesa del ritorno del Re, tra silenzi e assenze (nel Consiglio Comunale), la Left viestana, che di sinistra negli ultimi 20 anni ha fatto ben poco, rivendica, di fronte alla fine delle ideologie, la legittimità di alleanze con gli avversari ma sempre amati uomini della destra. Se il sistema del cemento si è impadronito della politica, la sinistra cementi non resta a guardare.
« I’ve seen things you people wouldn’t believe. Attack ships on fire off the shoulder of Orion. I watched c-beams glitter in the dark near the Tannhäuser Gate. All those … moments will be lost in time, like tears… in rain. Time to die ».
No! Non morire Batty. C’è Vieste show time: primavera 2011.
“Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai a lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità. “.

Lazzaro Santoro