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Sanità privata: la Asl di Foggia non siede al tavolo con lavoratori ed imprenditori

Quello che avrebbe dovuto essere un tavolo chiarificatore si è concluso con un mero nulla di fatto per gli oltre 600 lavoratori della sanità privata ancora prima che per case di cura e centri di riabilitazione del territorio provinciale. Per motivi che lasciano esterrefatti. L’Asl di Foggia, infatti, ha abbandonato il vertice prefettizio convocato con l’ospedalità privata. A 5 minuti dall’inizio dell’incontro il team amministrativo-dirigenziale abbandonava il Palazzo del Governo. Un atto che rasenta l’assurdo, giudicato decisamente irriguardoso non solo nei confronti di chi a quel tavolo sedeva (sindacati e rappresentanti dell’ospedalità privata) attendendo di confrontarsi e ricevere risposte proprio dall’azienda sanitaria locale, ma ancor prima nei confronti dell’istituzione Prefettura, promotrice del vertice. E le ragioni ufficialmente addotte lasciano ancor più sbigottiti, soprattutto perché apparse ai più decisamente pretestuose: l’Asl, in sostanza, avrebbe chiesto ulteriore tempo per stilare la documentazione necessaria per confrontarsi con la controparte. Diciamo ulteriore, perché il tavolo è frutto di un primo rinvio (la prima convocazione, infatti,risale al 3 marzo scorso).  Dunque, il ragionamento dei presenti, l’Asl avrebbe avuto a disposizione tutto il tempo per prepararsi al confronto con l’ospedalità privata. “Se avesse voluto –l’amaro commento della stragrande maggioranza degli intervenuti, che hanno parlato di disinteresse e insensibilità nei confronti di centinaia di lavoratori, quasi che la provenienza di Castrignanò, Colacicco e Simonetti da oltre provincia conduca ad un certo estraniamento dai problemi del territorio. Tavolo riaggiornato, dunque, si spera alla prossima settimana. Ma i sindacati sono sul piede di guerra. “C’è un processo storico che si sta evidenziando nella nostra provincia –commenta Vito Romano, Ugl- Un progressivo abbattimento di quelle che sono le potenzialità della sanità privata a cui non segue un adeguato miglioramento dei servizi nella sanità pubblica. E’ sotto gli occhi di tutti: abbattimento dei tetti di spesa, aumento delle percentuali da applicare in detrazione, obblighi in capo agli imprenditori della sanità privata di garantire un determinato standard di personale. Una Asl, e una Regione a monte, che non seguono di fatto i contratti che firmano, che mancano di puntualità nel pagamento degli acconti che, lo ribadiamo, vanno erogati ogni 3 mesi e non ogni 6 mesi come disposto da una recente delibera del Direttore Generale. Tutto questo –continua Romano- si traduce in paventati licenziamenti di lavoratori che al momento non hanno alternativa. Perché mettere ora un lavoratore della sanità privata per strada significa condannarlo in maniera definitiva alla disoccupazione  a vita, creando peraltro nella nostra provincia una serie di disservizi nel settore assistenziale. A dicembre 2009 il titolare regionale della sanità, Tommaso Fiore, parlava di un assessorato, il suo, ad un passo dal commissariamento, invitandoci a risolvere i nostri problemi portando i libri in Tribunale. Se è questo che dobbiamo fare, ben venga. L’importante è che ai nostri lavoratori venga garantito lo stipendio”. “Non vogliamo credere -dichiara Antonio Forcella, Confail Sanità- che ci siano per l’Asl di Foggia lavoratori di serie A e altri di serie B. Perché il pubblico non sconta gli stessi problemi del privato. Non è un atteggiamento corretto. L’Asl dovrebbe garantire stessa attenzione ad entrambi i settori della sanità. Non si può il 10 marzo sollevare il problema dei tetti di spesa per l’anno 2009. A Piazza della Libertà hanno avuto tutto il tempo per provvedere prima. Ora vogliamo che si dia risposta alle nostre richieste. Entro martedì l’azienda sanitaria locale deve sedersi al tavolo con noi e dirci cosa intende fare e come intende superare questo momento di crisi dell’ospedalità privata”.