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Porto Cesareo/ La statua dell’Arcuri sarà messa all’asta

Lo psicodramma della statua dedicata a Manuela Arcuri continua con l’Amministrazione di Porto Cesareo impegnata a trovare un sistema per eliminare, non solo dalla vista ma anche dal patrimonio comunale, il manufatto realizzato dallo scultore Salvatino De Matteis. Il sistema sarebbe quello di alienarla con una vendita, magari all’asta, ma per farlo serve il “placet” dell’attrice e anche del suo mentore Gianni Ippoliti. La soluzione è allo studio e non appare, dal punto di vista giuridico, peregrina: la statua venne donata dall’associazione degli operatori turistici al Comune che ora ne è proprietario. Ovviamente non può più essere considerata un blocco di pietra leccese ma, nel tempo e con le polemiche che ne sono seguite, ha assunto un valore economico sicuramente considerevole. Per i collezionisti ma anche per altri enti e società (Comuni, associazioni, realtà imprenditoriali) che esprimono quotidianamente interesse certi che la statua sarebbe un catalizzatore di turismo e curiosità. Cosa che a Porto Cesareo pare non interessare più di tanto.

Certo è che il paventato (da Ippoliti) danno erariale c’è tutto nel momento in cui il Comune aliena un oggetto, ormai sicuramente artistico, senza ottenerne nulla. Cosa che sta succedendo con la cessione, non si sa a che titolo, della statua ad un imprenditore che invece di lasciarla in un deposito comunale se la installa in un terreno di sua proprietà. Ecco perché, per non fare marcia indietro e per non incorrere nel rischio di una azione legale, nel Comune Cesarino è allo studio questa soluzione: una clamorosa vendita.

Intanto c’è chi risponde al presidente del Consiglio, Eugenio Sambati: «avrebbe fatto meglio ad eliminare i veri obbrobri che occupano l’orizzonte di Porto Cesareo, ad esempio mediante l’apertura degli accessi al mare che, a differenza della rimozione della statua di pietra leccese, era, ed è ancora oggi, uno dei punti focali del nostro programma politico amministrativo, che richiede una concreta concentrazione di energia e di tempo». A parlare è l’assessore alla Cultura dell’Union3, Gabriella Greco, che è anche consigliere di maggioranza a Porto Cesareo che sottolinea «la pretestuosità della tutela della figura della "moglie del pescatore" stata confermata da molte mogli dei pescatori che non hanno affatto gradito di esser state chiamate in causa senza alcun interpello e che, a proposito della rimozione della statua hanno replicato con il loro dissenso, evidenziando di avere ben altre, più gravi, esigenze”. Tanto che è sorto un gazebo per la raccolta di firme sotto lo slogan: «Aridatece la statua».