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Vico/ Concussione agli arresti l’architetto vichese ex responsabile ufficio tecnico a Parma

L’ex responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Solignano, nell’Appennino parmense, Michele Basso, 60 anni, architetto, originario di Vico del Gargano, è da giovedì agli arresti domiciliari con l’accusa di concussione, al termine di un’indagine condotta dai Carabinieri emiliani. Basso è ora funzionario della ripartizione Urbanistica del Comune di Palo del Colle: i militari dell’Arma gli hanno notificato il provvedimento restrittivo – firmato dal gip Pietro Rogato – nel suo posto di lavoro, a Palazzo San Domenico, sede municipale.

A quanto si è appreso il professionista indagato, residente a Modugno, era stato assunto a gennaio scorso dal Comune barese, dalle liste di mobilità intercomunali. Adesso si trova agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Modugno, a disposizione della Procura parmigiana. Il funzionario indagato ha trascorso due anni in servizio a Solignano, prima di ritornare in Puglia.

Secondo quanto emergerebbe dalle indagini, avrebbe chiesto 2.500 euro a un’imprenditrice per avviare una pratica edilizia relativa alla ristrutturazione di un ristorante.

Poi – sempre secondo la tesi accusatoria – sarebbe riuscito a ottenere circa 22mila euro dalla stessa vittima come «mediatore» tra lei e l’architetto incaricato del progetto dei lavori. Sarebbe stato il sindaco di Solignano, Gaetano Carpena, a fare la prima segnalazione ai Carabinieri a giugno scorso, perché a suo avviso nell’Ufficio tecnico era accaduto qualcosa di anomalo.

Le presunte «stranezze» sarebbero emerse – a quanto si è appreso – quando l’imprenditrice ha chiesto all’architetto-progettista la fattura dei pagamenti. Il progettista avrebbe detto di non avere mai ricevuto denaro (il progetto, peraltro, secondo le indagini sarebbe costato 7-8mila euro e non 22mila) e di non sapere niente della presunta «mediazione» del funzionario.

Il quale, sempre secondo le indagini, avrebbe tentato di mettere in contatto anche le ditte appaltatrici dei lavori, chiedendo loro di «gonfiare» fatture, con l’intento di intascarne una parte.

Adesso Basso avrà la possibilità di fornire la sua versione dei fatti, nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip emiliano previsto per i primi giorni della prossima settimana.
Nico Baratta