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A Torino un reperto di S. Pio per estrarre il suo Dna

A conservare la reliquia il nipote di Padre Pio in tribunale il 22 aprile.

 

Nei mesi scorsi presso un istituto specializzato di Torino fu portato ad analizzare un singolare reperto al fine di “estrarre” il Dna dalla sostanza ematica appartenuta nientemeno che a Padre Pio. A conservare quella “reliquia” da utilizzare per fini scientifici era il dott. Pio Masone, nipote dello stesso Padre Pio che, in accordo con l’avvocato torinese di origini pugliesi, Francesco Traversi, presidente dell’Associazione pro Padre Pio l’uomo della sofferenza”; hanno deciso di investire nuovamente il Tribunale di Foggia avanzando un dubbio tremendo: «Siamo sicuri che sia proprio Padre Pio l’uomo sepolto nella cripta della vecchia chiesa?».
Di cosa si dovrà occupare il Tribunale foggiano? Risponde Traversi. «Il giudice dovrà accertare l’identificazione personale su quanto contenuto nel sarcofago che si trova presso la Cripta della chiesa di Santa Maria delle Grazie e, successivamente, procedere alla comparazione del profilo genetico estratto con quello di Padre Pio accertato con relazione medico legale effettuata presso l’Istituto di Medicina Legale di Torino». Con linguaggio un tantino curiale, l’avv. Traversi spiega che l’associazione di cui è presidente vuole «veriificare se sussista o meno un’esatta corrispondenza tra il profilo genetico di Padre Pio, come accertato con relazione del medico legale ed il profilo genetico estratto a seguito dell’espletanda indagine di identificazione personale su quanto contenuto nel sarcofago che si trova presso la Cripta della chiesa di Santa Maria delle Grazie, e, in caso di mancata corrispondenza, dichiarare la non riconducibilità al corpo del Santo delle spoglie ivi contenute, in quanto falsamente attribuite a Padre Pio». Sembra un ultimo disperato tentativo di opporsi alla traslazione della salma del Santo nella nuova Cripta tutta laminata in oro. Il fatto è però che l’udienza presso il Tribunale di Foggia è stata fissata per il prossimo 22 aprile, mentre l’altro ieri i Cappuccini hanno annunciato che la traslazione avverrà il 19 aprile. Ora ci si chiede se la mossa del nipote del Santo e dell’avv. Traversi sia riconducibile a un estremo tentativo per scongiurare o quanto meno dilazionane nel tempo la traslazione nella nuova chiesa di Renzo Piano. Sia come sia, il dubbio che i due protagonisti di questa ennesima vicenda giudiziaria hanno insinuato potrebbe essere l’anticamera di qualche altro colpo di scena.